Come sappiamo, l’assenza di Flash su iPad ha provocato reazioni non sempre benevole, soprattutto per chi non ha le risorse da impiegare in quei “cambiamenti trasversali” che Apple richiede sui siti dei produttori di contenuti. Ma tra critiche ragionevoli e spiccia ironia, c’è pure chi decide di gettarsi anima e cuore in HTML5. E’ il caso di Brightcove, e quindi di testate del calibro de The New York Times e del Time, Inc, di editori quali Condé Nast o di produttori come Fox e Virgin Media Television.
Piattaforma video tra le più apprezzate, Brightcove può smuovere un totale di circa un migliaio di clienti, tra cui sono annoverati siti anche piuttosto blasonati. In onore delle lacune caratteristiche di iPad, è cambiato l’intero approccio al Web della società:
I nostri clienti vogliono essere in grado di offrire i propri contenuti video su ogni schermo senza sacrificare la qualità, l’interattività e la capacità di monetizzazione che si aspettano dalla piattaforma Brightcove. L’esperienza nell’HTML5 riempie il vuoto tra le attuali possibilità di riproduzione video degli standard emergenti e ciò di cui i nostri clienti hanno bisogno per operare con successo dei business dell’online video.
Ed il bello è che per i clienti il passaggio non soltanto è trasparente, ma non richiede neppure costi aggiuntivi. Al momento, The New York Times ed il Time sarebbero sarebbero già confermati tra i partner del nuovo servizio, così da essere pronti per il giorno del lancio di iPad. Questo brusco cambiamento è solo uno dei tanti che stanno avvenendo più o meno in sordina in tutto il Web: ad esempio, nelle scorse settimane avevamo parlato delle novità sul sito della Virgin America, che ha completamente accantonato Flash in favore di un uso più sapiente del CSS.