Prima di entrare tra le falangi di Cupertino, Browett era il responsabile della Dixons, una catena di elettronica consumer inglese nota soprattutto per gli sconti sui prodotti più che per la qualità del servizio offerto. Al tempo dell’assunzione, Tim Cook non aveva dubbi: era “di gran lunga il candidato migliore” ma dopo un incipit piuttosto turbolento e il pastrocchio con turnazioni e licenziamenti, è stato allontanato dopo appena 6 mesi di servizio. Ora è CEO di J. C. Penney, una catena inglese di moda e accessori low-cost.
In pratica, tutto sembra fuorché l’uomo giusto al posto giusto, almeno per quanto concerne i crismi di Apple, ed è lui stesso ad ammetterlo in una intervista alla conferenza Retail Week Live:
Apple è davvero un business fantastico. Le persone sono eccezionali, così come i loro prodotti. Hanno una bellissima cultura aziendale e mi è piaciuto moltissimo lavorare lì: il loro è un business bellissimo. Il problema era che non ero adatto alle modalità con cui gestiscono il tutto. Non era tanto un problema di competenza: è proprio che non avevano nulla a che spartire con quell’ambiente.
Non a caso, confessa che l’impiego presso Apple -benché brevissimo- costituisca una delle migliori esperienze che potessero capitargli. Al Campus ha appreso il valore dell’umiltà e soprattutto la necessità di “essere più gentile nei confronti degli altri.” Attualmente, però, la sua posizione è ancora vacante; ecco perché il team retail riferisce direttamente all’iCEO in persona.