Ben Kunz di BusinessWeek non ha dubbi. Come l’iPad è diventato ubiquo nei campus universitari e negli uffici, così Apple saprà imporre e diffondere sul mercato avveniristiche tecnologie di visualizzazione olografica. Le apparecchiature e i brevetti ci sarebbero tutti, ed è probabile che nei laboratori di Cupertino si lavori già alla cosa.
Prima del debutto dell’iPad, molti omisero di comprendere la vera portata del fenomeno fin quando Apple non creò -da sola- un intero mercato che non c’era. Molti ci avevano provato, ogni volta senza successo, ma solo la mela è riuscita a imbroccare la formula vincente. E un fenomeno simile sta ripetersi:
Quindi, mentre Apple si prepara a lanciare il suo prossimo iPhone a settembre, con uno schermo leggermente più grande, ecco qui una predizione: i dispositivi Apple saranno presto in grado di proiettare ologrammi come non ne avete mai visti prima. Non si tratta di mera speculazione, ma piuttosto di un discorso fondato sui brevetti Apple, sulle recenti acquisizioni e sull’imperativo categorico del business di fare qualcosa che ripristini l’ordine nel caotico mondo dei tablet.
E in effetti, ricorderete probabilmente i brevetti che consentono di ricreare l’illusione della tridimensionalità senza ricorrere agli occhiali, distorcendo in modo opportuno le immagini in base alla posizione degli occhi degli utenti. Un sistema sofisticato e altamente scalabile che può funzionare sia sui piccoli schermi dell’iPhone che su speciali proiettori e televisori.
La tecnologia sviluppata da Apple dovrebbe essere superiore alle implementazioni della concorrenza sia sotto il profilo del realismo visivo (anche se per questo occorrerà attendere per lo meno un prodotto reale), sia perché risolve una delle lacune più spinose del 3D senza occhiali, ovvero la presenza simultanea di più spettatori.
Ma perché spingersi in una direzione già battuta da altri colossi e per di più con scarsi risultati? Basti pensare che perfino Nintendo ha dovuto capitolare con la sua 3DS, e ha dovuto abbassarne il prezzo dagli iniziali 250$ a 170$ appena cinque mesi dopo il lancio. Per almeno tre ragioni, spiega Kunz.
Innanzitutto, Apple è “molto brava a rivisitare e far funzionare le idee fallite degli altri.” E poi, il sistema di Apple “funziona per ogni spettatore che ha così piena libertà di movimento […] e senza l’ausilio di speciali occhiali o apparecchi.” Infine la tecnologia olografica sviluppata da Cupertino può visualizzare contemporaneamente film diversi per diversi utenti, individuati e riconosciuti attraverso le caratteristiche fisiche personali (altezza, larghezza spalle, sagoma etc.). Ciò, spiega, potrebbe aprire le porte agli ologrammi privati o perfino alle pubblicità mirate.
Ovvero il sogno di ogni utente high tech, di ogni pubblicitario e di ogni produttore di hardware messi insieme. E forse, la vera abilità della mela è proprio quella di saper trovare sempre la quadratura tra le esigenze di tutti gli attori coinvolti in un ecosistema. Utenti e fornitori di contenuti in primis.
Foto | Columbia Pictures/Everett Collection