Ogni anno, la mela sostituisce in media 1 o 2 milioni di batterie sui propri iPhone; nel periodo che va tra fine 2018 e il 31 dicembre 2018, invece, hanno usufruito del servizio 11 milioni di utenti.
Ciò dipende dal fatto che, durante tutto quel lasso di tempo, è rimasta in vigore la campagna di sostituzione batteria al prezzo promozionale di 29€ in luogo dei 49€ da corrispondere normalmente. Una vera e propria boccata d’ossigeno per tutti i possessori di iPhone 6, iPhone 6 Plus, iPhone 6s, iPhone 6s Plus, iPhone 7, iPhone 7 Plus, iPhone 8 e iPhone 8 Plus che magari hanno notato un calo prestazionale nel loro vecchio smartphone.
[related layout=”big” permalink=”https://www.melablog.it/post/217797/airpower-il-tappetino-wireless-apple-e-in-produzione-e-arrivera-presto”][/related]
Alla luce di questi dati, non sorprendono dunque le recenti rivelazioni fatte da Tim Cook e che hanno portato al crollo del titolo in borsa; nella lettera, l’iCEO annunciava risultati fiscali inferiori alle aspettative a causa di tre fattori: il rallentamento dell’economica cinese, la congiuntura negativa e per l’appunto l’enorme successo dell’operazione cambio-batteria a 29€.
Molti, in altre parole, hanno preferito investire questa piccola cifra e tenersi il vecchio iPhone un altro anno due, piuttosto che procedere con l’acquisto dell’ultimo modello. E ciò ha avuto due importanti contropartite: da una parte costituisce probabilmente una delle manovre più involontariamente green della storia di Cupertino (meno iPhone prodotti = meno inquinamento e sperpero di risorse), e dall’altra ha reso molto, molto nervosi gli azionisti.
La iattura è iniziato quando gli utenti si sono accorti che Apple tagliava le prestazioni dei dispositivi iOS allorché la batteria si logorava, e non riusciva a sostenere i picchi di energia richiesti dalle app, causando così uno spegnimento improvviso del telefono o del tablet; per limitare l’inconveniente, si decise di attivare alla chetichella una feature ammazza-prestazioni che poteva pure andar bene, se almeno fosse stata comunicata agli utenti. Ma dopo anni di sospetti e insinuazioni sull’obsolescenza programmata, tutta questa segretezza indispettì parecchio. Ed è così che siamo giunti alle batterie a 29€, e allo scivolone in Borsa.
Tutto, sostanzialmente, per una questione di comunicazione gestita piuttosto male.