La Camera dei Comuni del Regno Unito starebbe valutando se fornire di iPad ognuno dei suoi 650 membri. È infatti opinione della Administration Committee che solo questo dispositivo -tra tutti i tablet sul mercato- potrebbe portare risparmi importanti per i sudditi di Sua Maestà. Intanto però la spesa si aggira attorno ai 300.000 € abbondanti solo per l’hardware, cui vanno aggiunti i piani dati per la navigazione in mobilità.
Già oggi, a tutti i membri del Parlamento è data la facoltà di acquistare fino a un massimo di tre computer tradizionali e due notebook per l’uso negli uffici, di solito affidati allo staff. Il fatto è che già una settantina di loro ha acquistato personalmente un iPad aggiungendolo semplicemente alle “spese” derivanti dal proprio lavoro. In altre parole, hanno pagato i cittadini.
E così, dopo un piccolo esperimento, la Administration Committee è giunta conclusione che con la diffusione della tecnologia si sarebbero risparmiati “diverse migliaia” di euro in carta e stampa. E visto che il tablet di Cupertino è “davanti a tutti per quanto concerne le funzionalità”, la scelta è ricaduta su quest’ultimo; anzi, si auspica addirittura un “veloce passaggio” al gingillo.
Per carità, lungi da noi voler entrare nel merito della cosa, che forse è perfino vera; i dubbi sull’opportunità però restano. Non si capisce infatti come intendano rendere più digeribile la notizia ad un popolo già costretto a tirare fortemente la cinghia, soprattutto in seguito alla valanga di licenziamenti recentemente annunciata da Cameron. C’è, insomma, l’impressione diffusa che molti dei governi del Vecchio Continente costino decisamente troppo rispetto a quanto rendano.
E infatti, immancabili, in UK sono arrivate subito le prime proteste organizzate, in questo caso della Taxpayers’ Alliance, secondo cui “l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno noi che paghiamo la tasse è di un nuovo esborso per comprare un giocattolo ad ogni membro del Parlamento.” Un po’ forte, forse, ma visto l’uso medio che si fa del dispositivo anche da noi, un po’ di indignazione è inevitabile.