Talvolta la sorte è beffarda, e ripete se stessa in una sorta d’ironia dantesca. In Cina, e precisamente nella cittadina di Wenzhou, cinque impiegati di un rivenditore autorizzato Apple sono stati arrestati per truffa e danni, dopo che hanno tentato di farsi sostituire dalla mela 121 componenti BAND fasulli per iPhone dichiarati non funzionanti, quindi sostituibili in garanzia.
Col termine componente BAND si intende l’agglomerato principale di circuiti di ogni iPhone; un accrocco che sul mercato nero cinese vale almeno 3.000 Yuan (370€), stando a quel che scrive TechWeb.
In sostanza, costoro hanno tentato di rifilare ad Apple pezzi fasulli sperando che non se ne accorgesse, il che tradisce un’ingenuità che farebbe quasi tenerezza. Poi, coi pezzi originali ottenuti, assemblavano iphone 4S completi che rivendevano per circa 1.000 Yuan l’uno (123€). C’è voluto un mese di indagini interne, e un intervento della polizia locale, ma alla fine -precisamente il primo aprile scorso- il business truffaldino è stato smantellato.
Fa sorridere non tanto l’evento in sé, quanto la tempistica con cui è avvenuto. Mentre infatti i cinque mandavano avanti i loro piani ignari di essere studiati, i giornali filogovernativi cinesi bacchettavano duramente Apple per la “vacuità e l’inclinazione all’autoincensamento,” e soprattutto per le politiche di garanzia inferiori a quelle offerte negli altri paesi. Un polverone che ha richiesto le scuse formali di Tim Cook, e il lancio di alcune iniziative volte a migliorare la percezione della multinazionale al di fuori degli Stati Uniti.
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