Scrivo queste righe a pochi minuti di distanza dal Keynote di Steve Jobs per il WWDC 2010, da cui ci si attende anche una nuova evoluzione, la quinta, del browser per l’attuale sistema operativo dei Macintosh.
Non è però di Safari che voglio parlare ma di un altro browser, rivolto a un’utenza molto diversa, quella che ha e continua a usare un vecchio, vecchissimo Mac, per scrivere, fare musica e magari un po’ di grafica. E ogni tanto vorrebbe anche accedere dallo stesso Mac al world wide web.
A questa nicchia di utenti viene in soccorso un progetto open source che si chiama Classilla e punta a “realizzare un web browser sicuro per il Mac OS classico”.
Sì, per il primo sistema operativo del Mac, fermo alla versione 9 in seguito all’avvento di quello basato su tecnologia NeXT.
Classilla prosegue un lavoro interrotto da anni, quello di Mozilla, di cui echeggia il nome fondendolo con il termine Classic che definisce (impropriamente) il vecchio Mac OS.
Come spiega Cameron Kaiser, anima del progetto, il browser è essenzialmente un aggiornamento di WamCom, la più longeva delle versioni non ufficiale della suite di Mozilla per Mac. Purtroppo Mozilla ha interrotto il supporto a Mac OS 8.6 e 9 nel lontano 2002 e per un certo periodo ci sono state versioni indipendenti portate avanti da volontari.
Dopo molti anni il progetto Classilla ha ripreso in mano quel codice. Ha corretto diversi bug, ha aggiornato il motore di rendering creando un fork di Gecko chiamato Clecko e ha addirittura messo mano al motore JavaScript implementando lo SpiderMonkey di cui era dotato Firefox 3.0.
Una follia? Sì, ma è una follia che sta dando una mano concreta ai retrocomputeristi Apple o a chiunque si ritrovi un vecchio Performa, un 8600 o un PowerBook con PowerPC che funziona perfettamente nonostante la sua età ma è tagliato fuori dall’evolversi del web.
È ormai da un anno che Kaiser rilascia versioni di Classilla e l’ultima è la 9.2*, diffusa il 4 giugno. Il programma continua a girare su Mac OS 9 e sul 8.6 e con un po’ di sacrifici va anche se sul Mac ci sono soli 64MB di Ram.
Dopo aver scaricato la nuova release l’ho provata su un PowerBook G3 del 1998: è un WallStreet, con 320MB di Ram, Mac OS 8.6 ed è collegato a Internet via WiFi.
Sarebbe disonesto dire che con Classilla si fanno le stesse identiche cose che con Safari, Firefox, Chrome oppure Opera o che non ci siano problemi.
La navigazione è lenta e piena di ostacoli. Spesso bisogna disattivare il JavaScript, usare le versioni HTML o quelle “mobile” dei siti. Molte altre volte ci sono funzioni o effetti che non vanno: si va dagli inestetismi ai crash. Lo sviluppatore si sforza però di garantire la massima compatibilità possibile con gli indirizzi e webapp più usati e -con un bel po’ di pazienza visto l’hardware sottostante- sono fattibili molte delle operazioni comuni.
È possibile come ho fatto io gestire la propria posta su GMail o su Yahoo! Mail (con tanto di allegati), cercare indirizzi su Google Maps, caricare foto su Flickr e scrivere sui blog con WordPress nonché dialogare su Friendfeed. A detta di Kaiser si possono anche fare acquisti su Amazon e eBay e funzionicchia anche Paypal.
Davvero niente male per un computer di dodici anni fa e un browser che viene dal passato.
* Nota: le versioni di Classilla sino ad ora sono state un omaggio a quelle del Mac OS 9. La prima è stata la 9.0, seguita dalla 9.0.4, dalla 9.1 e infine dall’attuale 9.2.