Nei paesi membri dell’Unione Europea vige un accordo per cui le aziende che pagano le tasse in uno dei paesi membri non le devono pagare negli altri stati, così come avviene per la libera circolazione delle merci, per cui se si acquista un prodotto in Germania si pagano le tasse tedesche, ma non occorre pagare altre tasse o dazi di importazione se ce lo facciamo spedire in Italia.
Il problema è che non tutte le nazioni dell’Unione Europea hanno la stessa tassazione, la sola IVA ad esempio, che in Italia è pari al 22%, in altri paesi europei è molto più bassa, ad esempio 15% in Lussemburgo e solo 12% in Belgio.
La tassazione sui profitti delle imprese è ancora più variabile, in Italia si calcola che sia superiore al 31% (IRES + IRAP), mentre la media europea è del 22,75%, con il minimo dell’Irlanda dove i profitti delle imprese vengono tassati al 12,5%.
Apple, come molte altre multinazionali, ha quindi impiantato la propria sede fiscale europea in Irlanda proprio per beneficiare di una tassazione più favorevole, un vantaggio sia per l’azienda, sia per l’Irlanda che in qualche modo riesce a creare posti di lavoro sul proprio territorio e nello stesso tempo ad incamerare una quantità notevole di tasse, nonostante le basse aliquote, grazie ai grossi volumi di fatturato di queste multinazionali.
Il problema è però che queste tasse non vengono redistribuite proporzionalmente nelle nazioni che hanno contribuito a creare il fatturato di queste aziende, ma vengono incamerate solo dallo stato che le ospita, creando quindi una sorta di concorrenza fiscale tra le nazioni europee.
Apple ad esempio ha impiantato la sede fiscale per i profitti derivanti da iTunes nel Lussemburgo, dove la tassazione sarebbe del 29%, ma in realtà visti i numeri in gioco il Lussemburgo si è dimostrato molto flessibile, facendo pagare ad Apple solo 25 milioni di euro di dollari di tasse a fronte di un profitto 2.05 miliardi di fatturato, pari ad un misero 1,2%.
Il video che riportiamo qui sopra mostra come Apple ed altre multinazionali con la complicità del governo lussemburghese abbiano escogitato diversi escamotage al limite della legalità per pagare meno tasse, facendo scoppiare lo scandalo Luxleaks che potrebbe portare alle dimissioni del nuovo presidente dell’Unione Europea Junker.