Sembra la trama di un film di fantascienza: manca solo l’attacco alieno e poi gli ingredienti ci sono praticamente tutti. Armati di un MacBook, di Ubuntu Linux, di uno schermo LCD recuperato da una discarica e di qualche altro pezzo trovato su eBay a basso costo, un manipolo di intraprendenti smanettoni è riuscito a prendere il controllo remoto di un satellite NASA, lanciato 36 anni fa per monitorare il vento e le radiazioni solari e ora abbandonato. La loro base operativa? Un vecchio fastfood McDonalds’ in disuso, ovviamente.
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Il satellite in questione si chiama ISEE-3, ed è rimasto praticamente dimenticato per almeno un paio di decenni. Finché ad a qualcuno non è venuta un’idea folle:
La batteria del satellite era morta da almeno 20 anni, ma i panelli solari erano in grado di alimentare il 98% delle piene capacità del satellite. Nei suoi giorni di gloria, eseguiva missioni attorno alla Luna e alla Terra, per poi volare tra le code delle comete. Ma la tecnologia invecchia precocemente, e ben presto furono tutti ben lieti di lasciarlo andare, sapendo che prima o poi sarebbe ritornato nell’orbita terrestre. Esattamente nel 2014.
Da quando il satellite è andato offline, il team che ne era responsabile è andato in pensione, la documentazione perduta, e tutti i macchinari di controllo smantellati perché obsoleti. Dalla NASA sapevano che lì c’era una sonda che inviava segnali: il problema è che non avevano l’equipaggiamento per poterle rispondere.
Per poter entrare in contatto coi computer di bordo, si è reso necessario l’uso di dispositivi e tecnologie più complesse, tipo un elicottero con trasmettitore, ma a questo si è posto rimedio con una campagna di crowdfunding. In più, c’era anche il problema di ottenere il beneplacito della NASA, ma visto che uno dei membri del gruppo di hacker faceva parte a suo tempo del team ISEE-3, la cosa non ha rappresentato un problema:
Hanno presentato l’idea alla NASA, ma non esisteva nessun precedente cui appigliarsi per basare l’accordo. Nessuna organizzazione esterna aveva mai preso il comando di un satellite; la NASA tuttavia non disse di no, e anzi chiese loro se avevano bisogno di una mano.
E stato così che il gruppetto di hacker è riuscito a riguadagnare il controllo del satellite e a riposizionarlo in un’orbita attorno al sole. Tutti i successi del progetto vengono annoverati su uno speciale sito Web interattivo costruito in collaborazione con Google e chiamato Spacecraft For All. Da lì potete tenere sott’occhio la storia del satellite e ogni eventuale futura evoluzione.