Su Slate.com apprendiamo che, nel mercato smartphone, Apple ha conquistato il 14% degli utenti con il suo iPhone, laddove BlackBerry è in testa con il 21% ma Google Android arranca ancora, con appena il 3% di diffusione. E l’errore starebbe tutto nell’aver dato carta bianca ai produttori.
Il problema, secondo Slate.com, è che Google non ha controllo sul design e sul marketing dei telefoni Android, e ciò ha frammentato il mercato, impedendo cioè la percezione di un Googlefonino da parte del pubblico. E così, chi se non un appassionato o un tecnico, può stabilire cosa hanno in comune il G1 di T-Mobile ed il myTouch 3G? Eppure, il Sistema Operativo che li alimenta è lo stesso.
I produttori esterni di dispositivi non hanno ambizioni. Nessuno di loro sembra tentare di eguagliare le capacità dell’iPhone, e ancora meno tentano di sorprenderci con caratteristiche che superano notevolmente quelle del dispositivo Apple.
E tuttosommato, diciamoci la verità. Fosse stato per i produttori tradizionali, avremmo ancora davanti agli occhi oggetti tecnologicamente avanzatissimi, con una infinita lista di tecnologie integrate ma usabilità ridotta all’osso e interfaccia grafica da Amiga 500. Il problema non è copiare Apple e non è neppure costruire un telefono cellulare. I produttori devono mettersi in testa che è necessario pensare un servizio e costruirvi il miglior dispositivo possibile attorno: il che è esattamente ciò che Palm, BlackBerry ed Apple hanno saputo fare in occasioni e con esiti differenti.
Le sorti per Android potrebbero cambiare se avesse un browser migliore di Safari Mobile, uno schermo più generoso, o controlli ancora più funzionali di quelli Apple, ma è difficile che ciò accada. Ai produttori Android, John Gruber dice: se Apple è la BMW, voi provate ad essere Porsche. Chissà che non gli diano retta.