Manolo De Agostini, su Tom’s Hardware, parla di una quota di mercato di Mac Os in caduta libera negli ultimi tre mesi. Il debutto di Boot Camp, sempre secondo De Agostini, sarebbe una delle cause del relativo crollo della quota di mercato, ora al 3,74% (a dicembre era in aumento fino al picco del 4,35%).
Sinceramente non sono d’accordo, il ragionamento mi sembra meno logico di quel che sembri…
Boot Camp dovrebbe aumentare l’attenzione verso i Mac, ora in grado di far girare sia Windows che Mac Os. E comunque proprio l’utilizzo di Boot Camp presuppone la necessità di avere un computer con Mac Os. Certo, tanti Windows installati su Mac dovrebbero aumentare la quota di Windows, e far diminuire in rapporto quella di Mac Os. Eppure non mi convince, non credo che Boot Camp possa avere effetti così devastanti in questo senso, essendo installato su una percentuale bassissima sulla già relativamente bassa percentuale di Mac esistenti.
Per prima cosa c’è da dire che i dati pubblicati su Tom’s Hardware, derivanti da una ricerca di Net Applications, non sono accettati da tutti. AppleInsider nota che sempre una recente ricerca di Net Applications aveva fornito dati incorretti in merito alle vendite di iPod. Inoltre questi risultati sembrano in contraddizione con le forti vendite di Mac con processori Intel, quali i MacBook.
La soluzione all’equivoco sembra arrivare da Leander Kahney di Cult Of Mac: la ricerca di Net Applications non si basa su dati di prima mano, ma si limita a rilevare il sistema operativo che i computer “dichiarano” quando visitano un sito web. La categoria Mac Os è composta da sistemi Ppc. I Mac con processori Intel, in tale sistema, sono stati inseriti in una categoria a parte (in forte crescita), e questa è quasi certamente la causa di un “crollo” da dare meno per certo…
[Grazie Gabri!]
Update: L’errore, nato da cattive interpretazioni di siti esteri, è stato corretto anche su Tom’s Hardware. Intanto siti come Gizmodo, tra le cause prime della cattiva interpretazione, non sono stati ugualmente attenti…