Per una volta non è Apple a finire sulla graticola dei tribunali, ma una recente sentenza emessa da un giudice distrettuale statunitense potrebbe avere ripercussioni profonde fino a Cupertino ed oltre. Ci riferiamo alla querelle giudiziaria che ha visto contrapposte Capitol Records e la ReDigi, una startup musicale intenzionata a creare un mercato di rivendita delle librerie musicali degli utenti.
A dire di ReDigi, la cosiddetta ‘first-sale doctrine,’ cioè la legge che rende possibile negli USA la cessione del materiale protetto da copyright legittimamente acquistato, dovrebbe essere estesa anche agli omologhi digitali di CD, libri e supporti audiovisivi. Peccato che, come scrive All Things D, il giudice le abbia dato torto:
Tuttavia, qui la Corte non può legittimare di sua iniziativa l’applicazione della first-sale doctrine comprendendo anche la sfera digitale, soprattutto in considerazione del fatto che il Congresso sia sia rifiutato di prendere un provvedimento simile. Per questa ragione […], la Corte ritiene fondate le richieste avanzata da Capitol sulla violazione diretta, indiretta e annesse relative ai diritti di riproduzione e distribuzione legittimamente detenuti dalla società. La Corte rigetta altresì l’interezza dell’impianto di ReDigi.
Un gran peccato, perché alcuni brevetti di Cupertino ipotizzano proprio la rivendita di libri, musica e film protetti da DRM.
Ovviamente, l’ordinamento giuridico americano non ci riguarda in modo diretto, ma è evidente che Apple non può ragionare al di fuori degli schemi di legalità previsti oltreoceano. Fino a quando il legislatore non interverrà prendendo di petto la faccenda, insomma, niente da fare per il mercatino dell’usato su iTunes.