Presto, droni con la mela inizieranno a solcare i cieli degli Stati Uniti. Dopo l’apertura della gara per l’assegnazione delle licenze, Apple assieme a Amazon, Intel, Qualcomm e diversi altri giganti high-tech hanno subito colto la palla al balzo. Grazie a questa speciale autorizzazione, le società potranno effettuare test in deroga alle regole imposte dall’ente federale di aviazione, per esempio di notte e lontano dall’orizzonte visivo dal pilota.
I piani del colosso dell’e-commerce Amazon sono noti e ambiziosi: i droni sostituiranno gli autisti umani e consentiranno di consegnare i prodotto in qualunque momento del giorno e della notte, a poche ore di distanza dal momento dell’ordine. Ma cosa bolle in pentola invece a Cupertino?
Quando si accostano le parole “Droni” e “Apple” nella stessa frase, il primo pensiero è il No-Fly Zone istituito nello spazio aereo sopra Apple Park, a causa del continuo ronzare di tali dispositivi. Una moda che ha svelato parecchi segreti del Campus, ma che Tim Cook detesta e intende fermare con ogni mezzo. In realtà, le ambizioni della mela sono altre, e riguardano le mappe.
Apple ha intenzione di usare un esercito di droni per passare al setaccio le strade delle città statunitensi, così da migliorare e correggere gli errori della propria cartografia digitale. Il tutto, garantiscono, nel pieno rispetto della privacy:
“Apple si impegna nella protezione della privacy degli utenti, e per questa ragione processeremo le immagini per sfocare i volti e le targhe prima della pubblicazione.”
Non sappiamo se e quando un simile programma pilota verrà espanso anche al di fuori dagli USA, né se i droni avranno anche altri scopi meno evidenti. Per ora, questi sono i progetti nel breve periodo. Delusi?