Sarà pur vero che l’imitazione è la forma più sincera di adulazione, ma a Apple non piace, c’è poco da fare. Tant’è che un’applicazione per iOS chiamata Evi e sviluppata da True Knowledge sta per essere defenestrata dall’App Store, con l’accusa di somigliare troppo al modesto assistente virtuale di Cupertino. O forse, come suggerisce maliziosamente qualcuno, di essere altrettanto efficace.
Per ragioni d’architettura dell’OS, Evi -qui il link all’iTunes Store– non può eseguire tutte le operazioni più cool di Siri, come la creazione di promemoria ed eventi, o l’invio di Mail e iMessage; può però rispondere egregiamente a domande tipo “come si prepara una torta di mele?” oppure anche “chi è più vecchio tra Barack Obama e Michelle?”. E fin qui niente di strano, tanto più che fino ad oggi l’app è stata approvata svariate volte in tutte le sue versioni, prima e dopo il debutto di Siri.
Poi, però, True Knowledge ha ricevuto un’infausta telefonata da Richard Chipman, il responsabile delle controversie con gli sviluppatori per Apple; “stiamo per rimuovere Evi dell’App Store” poiché in violazione della sezione 8.3 dei Termini e delle Condizioni dello store, quello sulle “App che creano confusione poiché troppo simili ad un prodotto Apple o ad un tema pubblicitario.” Il che, se non altro, si tradurrà in una gran seccatura per i 200.000 utenti che hanno acquistato Evi tempo addietro.
Il problema però starebbe altrove. In una intervista, il CEO di True Knowledge Tunstall-Pedoe ha lanciato un’accusa piuttosto circostanziata:
Non credo che ci voglia molta immaginazione per comprendere che nelle app che “creano confusione poiché troppo simili ai prodotti Apple” ricadano anche quelle che “competono direttamente coi prodotti Apple.” E di certo tutte le recensioni della stampa e degli utenti -cose come “ora non avrete più bisogno d’un 4S perché potete scaricare Evi” o “meglio di Siri” etc.- hanno contribuito al cambio di rotta in Apple e alla volontà di impedirne la diffusione.
E forse, ci ha visto giusto. Primo perché di solito Apple fornisce anche le indicazioni per superare la bocciatura (ma non stavolta) e secondo perché, ironia della sorte ed esattamente come Siri, anche Evi si basa sulla tecnologia di riconoscimento vocale di Nuance, salvo poi avvalersi d’un motore di ricerca sviluppato internamente per il rastrellamento delle informazioni.
Detta in parole povere, Evi è ancora sull’App Store ma ci resterà ancora per poco: ricorda troppo Siri ma soprattutto le ha tolto un po’ di magia. Come se non si trattasse più d’una straordinaria tecnologia aliena capace di improvvisare duetti canori, scherzare e recitare ma un semplice, per quanto ben congegnato, re-impacchettamento di tecnologie altrui. Ed è questo, più che la concorrenza in sé, che a Cupertino non deve essere andato giù.