Nelle scorse ore è stata resa disponibile la versione definitiva di Firefox 4 e, contrariamente al passato, l’enfasi è stata data non tanto alle funzionalità quanto piuttosto alla velocità di apertura dell’app e al rendering delle pagine, con in più un sistema grafico basato su OpenGL e ottimizzato per il Mac.
Secondo i test effettuati da Mozilla, dobbiamo aspettarci un incremento delle prestazioni dalle 3 alle 6 volte superiori rispetto a quelle delle versioni precedenti. Su di un MacBook Core 2 Duo a 2GHz con 2GB di RAM, nel test indipendente di rendering delle pagine XHTML, si registrano performance grossomodo 5 volte superiori rispetto a Firefox 3.6.15 e quasi 4 volte superiori nel SunSpider JavaScript. Il puteggio dell’Acid3 è aumentato di 3 punti, raggiungendo i 97 su 100, e per quanto riguarda la compatibilità con HTML5 siamo a 255 su 400 +9 punti bonus dai precedenti 155 più 4 di bonus.
In buona sostanza stiamo parlando di un salto generazionale notevole rispetto alle precedenti versioni del panda rosso, anche se in termini di velocità pura Safari, Opera e Chrome se la cavano ancora meglio; dal punto di vista della compatibilità con HTML5, Firefox si aggiudica un secondo posto dopo Chrome, ma il suo motore JavaScript JägerMonkey batte tutti gli altri.
Le novità sono moltissime e vanno oltre i cambiamenti estetici dell’interfaccia grafica o gli eyecandy. App Tabs, ad esempio, consente di tenere a portata di mouse i tab delle WebApp più utilizzate, come la mail o Flickr, mentre con la feature chiamata Panorama possiamo tenerli organizzati in modo sofisticato e piuttosto elegante. Poi c’è tutta la parte ribattezzata Firefox Sync che tiene sincronizzati preferiti, la cronologia, i gruppi di tab e le password salvate su tutti i computer e i dispositivi mobili che possediamo. Peccato soltanto che, a questo punto, non esista una versione del browser Open Source anche per iPhone ed iPod touch, perché avrebbe fatto la differenza.
Sotto al cofano, oltre a velocità e robustezza, troviamo anche una cura estrema per la sicurezza e la privacy. “Do Not Track” per esempio (attivabile da Preferenze, Avanzate, Generale e “attiva l’opzione anti-tracciamento dei dati personali”) trasmette un header HTTP che notifica il desiderio di non voler accettare cookie relativi al tracciamento online dei comportamenti dell’utente, il cosiddetto behavioral advertising, laddove Content Security Policy (CSP) protegge contro gli attacchi “cross-site scripting” (XSS). Entrambe novità certamente apprezzabili ma che soffrono di una pecca fatale: hanno entrambe bisogno di una implementazione lato server sui siti che visitiamo, affinché risultino efficaci.
Ad ogni buon conto, sia per chi è rimasto indietro alle versione 3.x e sia per chi non lo conosce, l’invito è di aggiornare al più presto a Firefox 4 seguendo questo collegamento.