L’amplificarsi di alcune tensioni territoriali tra il governo della Cina e le popolazioni di Vietnam e Taiwan, ha portato allo scoppio di movimenti di protesta ed all’insorgere di atti di carattere violento localizzati nella più grande città del Vietnam, Ho Ci Minh.
Più precisamente il territorio da cui nasce la suddetta contesa è un tratto di mare sito in prossimità delle Isole Parcels, chiamate anche Xisha dalla Cina, un gruppo di isole controllato appunto dalla Repubblica Popolare Cinese ma rivendicato anche da Vietnam e Taiwan.
La scintilla che ha fatto intensificare le tensioni portando allo scoppio delle forti proteste è stato l’avvio delle operazioni di scavo di una piattaforma petrolifera posta nel sopraccitato tratto di mare dalla compagnia cinese CNOOC.
La reazione della popolazione Vietnamita, secondo quanto riportato, ha condotto diversi gruppi di protestanti a prendere d’assalto ed incendiare diversi stabilimenti radunati in un parco industriale al di fuori di Ho Ci Minh. I principali obbiettivi sono state aziende Cinesi ma anche alcune società internazionali, come Nike, Adidas e Walmart, hanno dovuto arrestare temporaneamente le produzioni.
Anche Foxconn, parte del gruppo Hon Hai Precision Industry, si è ritrovata nella stessa situazione. La compagnia è famosa in occidente per essere uno dei principali fornitori di Apple – nonché di molti altri produttori di tecnologia.
Secondo quanto riportato da una delle fonti della CNN, né la polizia né il governo locale sono intervenuti per migliorare la situazione, asserendo di non poter fare molto per contrastare la violenza delle proteste. Finora ci sono state 21 vittime accertate.
A questo scopo Foxconn ha interrotto le produzioni assegnando un permesso di tre giorni ai propri dipendenti per “assicurarsi della loro sicurezza”. Come sottolinea Apple Insider è possibile sapere se gli stabilimenti Vietnamiti siano in qualche modo legati alle produzione di Apple.
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