Stando a quanto si legge sul Web, nella fabbrica Foxconn di Shenzhen, i ritmi produttivi sono davvero alle stelle. Il partner più importante di Apple assembla qualcosa come 137.000 iPhone 4 al giorno, vale a dire 90 telefoni al minuto o 50 milioni in un anno. Giusto per rendere l’idea, parliamo di 1 telefono e mezzo ogni secondo che passa.
Va da sé che, per ottener risultati del genere, si sono rivelati necessari investimenti ragguardevoli in termini di forza lavoro e macchinari. Il fondatore di Foxconn Terry Gou, definito l’Henry Ford con gli occhi a mandorla (a parte la dozzina di suicidi avvenuti nei suoi impianti) e ritenuto l’uomo più ricco di Taiwan, racconta come tutto sia nettamente cambiato rispetto al 1974, l’anno in cui si gettò in affari grazie al prestito di 7.500 dollari chiesto alla madre. Cifra che al tempo, c’è da dire, non tutte le madri potevano prestare ai figli.
Durante l’intervista, Gou racconta come Apple sia il cliente più esigente e più difficile da accontentare. Vengono in mente i problemi per la colorazione bianca dell’ultima generazione di iPhone, che hanno causato enormi ritardi e un danno di immagine non proprio trascurabile. Ma c’è anche la questione della cornice metallica dei telefoni, che così com’è può essere creata soltanto con macchinari specifici a basso output: macchine cioè molto lente e usate principalmente per la creazione di prototipi. Per non congestionare i frenetici ritmi produttivi (e non dire addio ai contratti di fornitura per Cupertino), Foxconn è dovuta correre ai ripari ordinandone più di mille presso Fanuc, al costo di 20.000 dollari l’una.
La lunga intervista a Terry Gou, un filo edulcorata col mito del selfmade man ma decisamente interessante, lancia un po’ di luce su una delle tante, inviolabili realtà dell’Impero di Mezzo, senza tralasciare la terribile serie di suicidi che hanno funestato i mesi scorsi. Chi volesse approfondire, non ha che da leggere le 8 pagine di BusinessWeek.