“I big dell’high tech mondiale non contribuiscono finanziariamente al mantenimento del bene comune, e ciò non è sostenibile.” Così si è espresso mercoledì scorso il presidente francese Emmanuel Macron, difendendo la legge recentemente varata nel paese che tassa al 3% i ricavi locali di Google, Apple, Facebook e Amazon. Dal nome dei 4 più importanti soggetti coinvolti, è nato l’acronimo “tassa GAFA.”
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Al prossimo G7, Macron intende portare avanti la battaglia per imporre una tassa globale alle multinazionali high-tech che sfruttano un sistema definito “folle” per creare un “paradiso fiscale permanente.”
Il riferimento è alle pratiche della cosiddetta elusione fiscale, che è legale e non c’entra nulla con l’evasione. In pratica, sfruttando la loro presenza globale, alcune società prendono il meglio delle normative fiscali degli Stati e le usano a loro vantaggio. Uno studio del 2016 pubblicato dal Parlamento europeo stima che il gettito eluso annualmente dalle multinazionali nei paesi UE ammonti per lo meno a 160-190 miliardi di Euro. Una quantità di risorse mostruosa che viene dragata dalle economie nazionali e portata nei paradisi fiscali in attesa del prossimo Tax holiday con cui riportare il bottino in patria a costi ridotti, se non azzerati.
Ogni volta che partono le accuse, Apple e gli altri si trincerano dietro il solito mantra: creiamo un’enormità di posti di lavoro e contribuiamo alle comunità locali, il che è certamente vero, come è vero però che i dipendenti servono per creare i prodotti che poi fanno felici gli azionisti. Prima o poi qualcuno dovrà dirlo ben chiaro: creare posti di lavoro non è un favore né costituisce un afflato filantropico. È qualcosa che serve a entrambi i soggetti, in maniera biunivoca: senza iPhone non ci sarebbero posti di lavoro, ma senza lavoratori non ci sarebbe iPhone.
La tassa GAFA serve a colmare -almeno in parte- il vuoto lasciato nelle casse statali dall’elusione fiscale, e non è un’iniziativa prettamente francese; anche in Spagna, Nuova Zelanda e perfino nel nostro paese, se non cadessero più governi che foglie in autunno, si lavora a qualcosa del genere.
Anzi, la Francia ha già specificato che, in presenza di un accordo paneuropeo su un sistema di tassazione delle multinazionali, sarebbe disposta ad abbandonare GAFA per unirsi agli altri. Per Apple, Google e tutti gli altri, la pacchia sta per finire.