Tra le novità presentate ufficialmente ieri all’evento dedicato ad iPad mini -novità per modo di dire, visto che ne conoscevamo in anteprima un buon 95%- ce n’era una che non ci aspettavamo, ovvero il Fusion Drive di Apple. Si tratta d’una nuova opzione di storage che fonde assieme una veloce SSD e un HD tradizionale. Ma non è il solito drive ibrido.
Sulla pagina del sito Apple dedicata alle caratteristiche dei nuovi -splendidi- iMac, si legge:
Il nuovo iMac porta con sé un’opzione di archiviazione rivoluzionaria: si chiama Fusion Drive, e combina un capiente disco rigido con un’unità di memoria flash ad alte prestazioni. Fusion Drive gestisce in modo intelligente i tuoi dati, e lo fa in automatico. Nella memoria flash, più scattante, archivia le app, i documenti, le foto e tutto quello che usi più spesso. Tutto il resto lo sposta nel disco rigido. In questo modo avvii il tuo iMac in un attimo, e ci metti sempre meno tempo ad aprire le applicazioni e i file che usi di più, perché il sistema pian piano impara a conoscere le tue abitudini.
Se però pensavate che fosse un comune drive ibrido con la SSD che funge da cache, vi sbagliate. Lo spiega meglio MacObserver:
Per essere più chiari, non si tratta di un concept di caching, almeno non nell’accezione più usata del termine. Dire “cache” vorrebbe anche dire che i dati sulla SSD vengono duplicati, ma non è questo il caso. Se possiedi 1TB di drive meccanico affiancato ad una SSD da 128GB, possiedi una piattaforma di storage da 1,12 TB. Questa è veramente la fusione di tutto lo spazio disponibile su due dischi separati.
Per esempio, è caching con clonazione dei dati quella che Intel propone ai suoi clienti enterprise con “Automated Tiered Storage.” La tecnologia adottata da Apple, invece, è diversa; questa volta la spiegazione è di Ars Technica:
In una soluzione di cache, come quella Intel, i file vivono sull’hard disk e sono solo temporaneamente copiati sulla cache SSD a seconda dell’uso. Con Fusion Drive […], i dati sono effettivamente copiati da un livello all’altro, piuttosto che essere solo copiati per fare da cache.
E il bello è la tecnologia infusa nell’OS non dipende dall’hardware sottostante: le due unità fisiche sono visualizzate sul Mac come un’unica unità logica; ciò significa che se si rompe -mettiamo- l’HD, lo si può sostituire con un drive di terze parti e riconfigurarlo come Fusion Drive. Ora la domanda che si fanno gli smanettoni è semplice: si può attivare la medesima funzionalità su Mac modificati con SSD+HD al posto del SuperDrive? Perché non sarebbe affatto malaccio, come soluzione.