Nonostante le scuse ufficiali, il flop delle mappe di iOS 6 è stato deleterio per Cupertino, sia in termini di immagine che di costi operativi. Tra pericoli mortali e sfottò particolarmente azzeccati, infatti, oramai nel grande pubblico si è fatta strada l’idea che la cartografia Apple sia semplicemente immatura. Tant’è che ora, secondo gli analisti di Garntner, la mela è praticamente tornata di fatto al punto di partenza, e si trova di fronte a un bivio.
Non appena è stata pubblicata su App Store, Google Maps è stata letteralmente presa d’assalto e scaricata 10 milioni di volte in appena due giorni. Segno che il “servizio di mapping più bello e più potente che ci sia” forse non era effettivamente né l’una né l’altra cosa, e nel migliore dei casi non è piaciuto ai più.
E così, spiega Mike McGuire di Gartner, Apple si trova ora a pagare il prezzo di scelte scellerate e di una fretta eccessiva:
Con lo scivolone delle Mappe, e la susseguente decisione di far entrare una versione aggiornata di Google Maps nell’App Store, Apple avrà pure tranquillizzato la sua utenza, ma il costo strategico è stato alto. [Apple] è sostanzialmente tornata al punto di partenza, prima del lancio delle loro mappe. Si trovano di nuovo nella situazione in cui il loro principale antagonista controlla un’app che genera significative opportunità di guadagno.
E intendiamoci, la Guerra delle Mappe tra Apple e Google non potrà che far bene all’intero panorama high tech, al mercato della pubblicità e quindi, in ultima istanza, alla competitività e agli utenti. Ma la questione resta. Apple dovrà scegliere se continuare a investire nella propria tecnologia oppure “cedere il mercato delle mappe a Google” spostando la propria attenzione verso “app geolocalizzate e transazioni finanziarie che possano funzionare su qualunque infrastruttura di mappe.” E visto che abbiamo fatto trenta, diremmo pure di fare trentuno: a questo punto tanto vale continuare per la strada intrapresa, per quanto lunga e impervia.