Da tanto tempo si dice che Apple potrebbe produrre degli occhiali in stile Google Glass, ma senza averlo mai fatto. Quello che forse non si sa è che ci è andata molto vicino.
Di fatto, la creazione di occhiali interattivi è stato nei piani di Cupertino da anni; si sono persino prodotti alcuni prototipi, racconta Tony Fadell, uno dei padri dell’iPod ed ora CEO alla Nest:
Quando lavoravamo da Apple, ci chiedevamo sempre quello che si potesse rivoluzionare. Abbiamo dato uno sguardo per vedere cosa potessimo cambiare nei videoregistratori e nei telecomandi. La cosa più folle della quale avevamo discusso, era una sorta di Google Glass. Ci eravamo detti: “E se facessimo un sistema per dare l’impressione che si è seduti in un cinema?”. All’epoca avevo realizzato tutta una serie di prototipi, ma stavamo avendo un tale successo con i prodotti che già avevamo realizzato che ci mancava il tempo per fare altro.
Ricordiamo poi il brevetto di un casco virtuale del 2008, il quale includeva tecniche per ridurre l’affaticamento degli occhi, determinare quando l’utente finale arriva al limite della scena, e riconoscere i movimenti di zoom-in e zoom-out. Per l’iPod poi, si erano creati vari occhialini per visualizzare i video, come quelli di MyVu o di del progetto EyeBud di eMagin, uno schermo per iPod indossabile che prometteva prestazioni da home theater.
Queste “memorie” di Tony Fadell sono pubblicate da Fast Company, che raccoglie le testimonianze di vecchi dipendenti di Apple sulla storia del design a Cupertino e le pubblica in vari episodi.
Fra le altre cose, si può leggere che Steve Jobs, qualche instante dopo aver presentato i primissimi iMac protestò, dicendo che aveva scelto il colore sbagliato per il case. Un altro dettaglio curioso: i tavoli degli Apple Store sono direttamente ispirati alla decorazione del laboratorio di design di Jonathan Ive. La maggior parte di questi aneddoti sono estratti da un libro (in inglese) pubblicato da Fast Company sull’iBookstore: Design Crazy di Max Chafkin (1,49€ – link diretto).
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