In molti avranno notato che la lettera di risposta inviata da Apple alla FCC sulla questione GoogleVoice non appariva totalmente convincente, e lasciava spazio a più di qualche perplessità. A riguardo uno degli sviluppatori coinvolti nel progetto di Mountain View, Kevin Duerr, asserisce fermamente: Apple sta mentendo.
E in effetti, è ragionevole bocciare un’applicazione perché, ad esempio, sincronizza i suoi dati sui server Google? Apple afferma che l’applicazione vi trasferisca l’intero database dei contatti e che ciò rappresenta un problema per la privacy. Ma questo è falso: primo perché GoogleVoice si integra semplicemente con la Rubrica del telefono senza inviare alcun dato ad alcun server. Secondo perché, durante la sincronizzazione con iPhone, iTunes stesso consente di sincronizzare la rubrica con Google e Yahoo. Se la privacy non viene lesa su iTunes, perché è invece tanto determinante a livello di applicazione per iPhone?
Riguardo l’altra questione invece, quella antipatica duplicazione delle funzionalità, Kevin Duerr dice:
La cosa più frustrante di tutte è che si sono fissati con questa storia della duplicazione. A che punto le applicazioni duplicano [le funzionalità] dell’iPhone?
Duerr afferma senza battere ciglio che Apple mente quando dice di essere ancora nel pieno dello studio di GoogleVoice, VoiceCentral e altri due software analoghi (ufficialmente “intenta a scoprirne l’impatto potenziale sull’esperienza utente iPhone”), perché i titoli suddetti sono stati già cassati da tempo.
Ma allora, perché non è stato bocciato anche AIM? Infondo, duplica le funzionalità SMS (solo in USA e Canada) e oltretutto si integra pure con la Rubrica. E che dire di Skype, allora? Certo, le chiamate voce sono consentite solo con connettività WiFi: e quindi perché non introdurre un vincolo simile anche su GoogleVoice, prima di bocciarlo?
Insomma, nonostante i chiarimenti ufficiali, l’impressione è che l’approvazione su App Store sia guidata da elementi ancora imprevedibili ed assolutamente arbitrali. Cioè, sembra quasi che a Cupertino evitino accuratamente di fornire linee guida coerenti così da mantenere una certa libertà nelle decisioni. Ma, probabilmente, è solo un’impressione.