Aggiornamento del 18 maggio 2017
I rumors erano veritieri, e alla fine Google l’ha fatto davvero. Assitant, l’assistente virtuale di Mountain View, sbarca ufficialmente su iOS. Con molte limitazioni.
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Google ha deciso di dare filo da torcere a Siri a casa sua, e lo fa portando l’ultima versione del proprio aiutante digitale su iOS.
Tuttavia, a differenza di Siri, non è integrato col resto del sistema operativo, e va evocato aprendolo esplicitamente ogni volta; inoltre, non è efficiente e libero di operare come su Android. L’app consente di fare cose come: inviare messaggi, effettuare chiamate, impostare promemoria, impostare eventi sul calendario, riprodurre musica, gestire le mappe o fare domande generiche.
Google Assistant è gratuitamente scaricabile da questa pagina dell’App Store ma sfortunatamente non è ancora disponibile nella localizzazione italiana. Aggiorneremo il post quando ci saranno novità per il mercato italiano.
Google Assistant potrebbe sbarcare su iPhone e iPad
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L’assistente virtuale di Google –Google Assistant– potrebbe sbarcare presto su iPhone e iPad, e dichiarare guerra a Siri in casa sua.
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Parlando al Mobile World Congress di Barcellona, il product management director Gummi Hafsteinsson è rimasto sul vago. “Non credo abbiamo alcunché da annunciare a questo punto,” ha dichiarato. “Ma ritengo che la filosofia generale è che, col nostro assistente virtuale, vorremmo raggiungere il più ampio pubblico possibile.”
Un’affermazione che da più parti è stata letta come una dichiarazione d’intenti nei confronti di iOS. Il problema, al momento, è che il Sistema Operativo mobile di Cupertino non consente assistenti vocali di terze parti, né probabilmente lo consentirà mai. Ma su App Store esistono le app di Google, e c’è pure il predecessore di Assistant, cioè Google Now: dunque, non c’è nessun motivo tecnico per cui non possa fare capolino su iPhone e iPad alla stessa maniera, cioè senza integrazione profonda con l’OS.
Assistant è generalmente considerato più sofisticato di Siri, perché capace di comprendere il contesto (Per es. “Chi è il presidente degli Stati Uniti?” Seguito da “Quanti anni ha?”); invece Amazon Alexa e Apple Siri, salvo poche eccezioni, costringono l’utente a riformulare ogni domanda come a sé stante.
Purtroppo, non conosciamo le tempistiche di questo eventuale debutto, ma non vi nascondiamo che la cosa esercita un certo fascino. Sarebbe bello poter disporre dell’assistente migliore in ogni momento, e poter affidare all’uno o all’altro questo o quel compito. E in attesa di saperne di più, vi ricordiamo che già oggi potete provare Alexa su iPhone, iPad e Mac con una semplice app.
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