Condoglianze a Alphabet, la società madre di Google: il motore di ricerca per antonomasia è infatti morto e sepolto. OpenAI e le reti neurali gli hanno fatto le scarpe, e sebbene questo non significhi che il brand Google sparirà dalla vista, muore però un modo di cercare e organizzare le informazioni su Internet. Siamo passati dall’Era dell’Informazione all’Era dell’Intelligenza, e prestissimo tutto sarà potenziato con l’Intelligenza Artificiale. Anzi dopo aver letto questo post, anche tu smetterai di usare Google: scommettiamo?
Condoglianze Google
Diciamolo subito: Google non sparirà dalla circolazione. A sparire però, e molto rapidamente, sarà il modo in cui cerchiamo le informazioni su Internet.
Google e Bing sono entrambi motori di ricerca che aiutano gli utenti a trovare informazioni su Internet. Tuttavia, ci sono alcune fondamentali differenze tra i due.
Google è il motore di ricerca più popolare al mondo e ha una quota di mercato del 92%. Utilizza un algoritmo di ricerca proprietario per fornire risultati di ricerca pertinenti e di alta qualità agli utenti. Bing invece è il motore di ricerca di Microsoft e ha una quota di mercato del 2%. Presto però questi equilibri potrebbero ribaltarsi.
Bing infatti ora integra ChatGPT, un assistente virtuale basato su GPT-3 (e presto GPT-4) che utilizza l’intelligenza artificiale per fornire risposte alle domande degli utenti su scienza, tecnologia, storia e intrattenimento.
La differenza principale tra cercare qualcosa su Google o Bing e chiedere a ChatGPT è che i primi due cercano siti su Internet mentre ChatGPT utilizza l’intelligenza artificiale per fornire risposte pertinenti alle domande degli utenti. Inoltre, ChatGPT può fornire risposte più dettagliate e personalizzate rispetto ai motori di ricerca tradizionali.
In pratica, mentre Google richiede di fare una collazione tra 10mila siti diversi nella speranza di ottenere le informazioni che ci servono, ChatGPT fa queste ricerche per te, e scrive un testo sintetico con le esatte informazioni che chiedevi, e nulla di più.
Fa Paura ma è il Futuro
Come scrive lo sviluppatore Linus Ekenstam su Twitter, stiamo lasciando l’era dell’informazione ed entrando nell’era dell’intelligenza. Non abbiamo la minima idea di quali saranno le implicazioni, ma sappiamo che saranno profonde.
Presto, tutto e tutti inizieranno a usare l’intelligenza, senza neppure che ce ne rendiamo conto: sta già accadendo.
Con i plugin di ChatGPT, praticamente il primo App Store dell’Intelligenza Artificiale, “tutto si sta lentamente collegando e connettendo all’intelligenza. Stiamo soffiando vita nella bestia.”
“Una volta che ci abitueremo a questo nuovo modo di interagire con la tecnologia, cercare su Google sarà come comunicare con segnali di fumo e bastoni. Quel cambiamento è già iniziato. Cercare qualcosa su Google in molti casi sembra stupido e goffo perché i risultati sono privi di intelligenza.”
E questo non è che l’inizio. Tutto il software esistente sarà completamente “ripensato o trasformato per sfruttare appieno l’intelligenza.” Dopodiché si passerà a innestare l’intelligenza direttamente nei sistemi operativi.
L’intelligenza sarà ovunque. “Entità onnipresenti che ci conosceranno meglio di quanto conosciamo noi stessi. Se pensavi che il tracciamento dei cookie fosse un problema, immagina invece un’entità digitale che conosce ogni dettaglio intimo su di te.”
Le implicazioni, come detto, saranno inimmaginabili. E al momento abbiamo solo grattato la superficie di quello che ci aspetta. “Dovremmo preoccuparci? Sì. Dovremmo farsi prendere dal panico? No.”
Siamo a una delle biforcazioni tecnologiche più importanti dell’umanità. Quello che accadrà di qui in avanti potrebbe aprire un’infinità di strade e “donare la prosperità a tutti, regalarci un mondo di abbondanza. O l’esatto contrario.”
Manda in Pensione Google ORA
Ti raccontiamo cosa è accaduto ieri, mentre si parlava di una puntata di Game of Thrones. In una scena della quarta serie, c’era un attore che ci sembrava di aver riconosciuto, ma poiché si trattava di un ruolo assolutamente minore, non ne avevamo certezza. L’ipotesi era questa: l’attore visto di sfuggita in una scena di Game of Thrones era lo stesso che aveva fatto uno dei mille pirati dei Pirati dei Caraibi. Non conoscevamo quale film (forse il primo), né il nome del personaggio. Ricordavamo però che aveva un occhio di vetro. Come fare quindi a capire se si trattava dello stesso attore?
Una ricerca su Google vecchio stile sarebbe stata estremamente scomoda: si doveva prima reperire l’elenco di tutti gli attori dei Pirati dei Caraibi e confrontarlo col cast del Trono di spade, ma anche così sarebbe stato un gran casino. Bisognava sperare che qualcuno avesse scritto un articolo su un “pirata con occhio finto” (più chances in inglese, forse) e da lì risalire al nome del personaggio nel film, con cui risalire al nome dell’attore e infine confrontarlo.
Guarda invece cosa succede se chiedi direttamente a ChatGPT. Questa conversazione è davvero avvenuta, e all’inizio la AI fa anche un clamoroso errore che poi corregge:
- Io: Come si chiama l’attore che, in pirati dei Caraibi, aveva l’occhio finto di vetro?
- ChatGPT: L’attore che aveva l’occhio finto di vetro in “Pirati dei Caraibi” è Geoffrey Rush, che interpretava il personaggio di Barbossa.
- Io: No hai sbagliato. È un attore con occhi azzurri che faceva un ruolo minore, per esempio il mozzo. Aveva occhi azzurri. In una scena si sfila uno degli occhi.
- ChatGPT: Mi scuso per la mia precedente risposta errata. L’attore che hai descritto è Mackenzie Crook, che ha interpretato il personaggio di Ragetti nella serie di film “Pirati dei Caraibi”. Ragetti è un pirata con un occhio di vetro che indossa una benda sull’altro occhio. Nella scena a cui fai riferimento, Ragetti si sfila l’occhio di vetro per convincere un’altra persona che è veramente un pirata.
- Io: Ti risulta che Mackenzie Crook abbia avuto un ruolo anche in Trono di Spade?
- ChatGPT: Sì, Mackenzie Crook ha fatto parte del cast di “Game of Thrones” nella quarta stagione della serie televisiva. Ha interpretato il ruolo di Orell, un selvaggio e un abile balestriere al servizio di Mance Rayder, il re oltre la Barriera.
Nota la naturalezza con cui è fluito il dialogo. E nota come la risposta finale non sia soltanto pertinente, ma anche molto ben circostanziata. Come se la AI stesse tentando di convincere se stessa, più che l’utente, di aver trovato la risposta esatta. E la risposta era semplicemente perfetta. Neppure con 15 minuti di ricerche su Google saremmo riusciti a ottenere un tale dettaglio.
Da quando usiamo Bing Chat e ChatGPT abbiamo smesso di usare Google. E non è un’esagerazione. Puoi provare questa tecnologia anche tu, gratis. Basta iscriverti a ChatGPT e scaricare l’app per Mac come indichiamo in questo post, oppure la Scorciatoia per iPhone. Dopodiché, smetterai di fare le ricerche alla vecchia maniera, almeno fino a quando anche Google non diventerà intelligente. E ora, continuerai a usare Google?