Durante l’ultima, prolissa conferenza per gli sviluppatori, Google ha lanciato come sempre parecchie novità che pestano i piedi a Cupertino. Abbiamo avuto finalmente modo di adocchiare i primi dispositivi basati su architettura Android Wear, il che ci hanno fornito un’idea un po’ più concreta di quel che possiamo aspettarci da iWatch, ma grande enfasi è stata data anche a Android Auto, l’omologo di CarPlay per il mondo mobile di Google. E visto che il paragone con Cupertino è inevitabile, Timothy Acuri di Cowen and Company ha rilasciato qualche ora fa un’interessante analisi che rivela la sostanziale imperturbabilità degli azionisti di fronte alla possibile minaccia di Mountain View. Wall Street, in altre parole, non ritiene che iOS sia in pericolo.
Rivivi il live della conferenza dedicata ad Android L e Android Wear su Downloadblog
Innanzitutto, i 5 miliardi di dollari rigirati da Google agli sviluppatori nel 2013 impallidiscono di fronte agli 8 miliardi versati da Apple; se a questo aggiungiamo che la crescita rispetto all’anno precedente è del 100%, e che le vendite di iPhone 6 sono destinate a allargare ulteriormente la base utenti, è facile immaginare numeri ancora migliori tra 6 mesi. In altre parole, App Store genera il doppio degli introiti del Play Store, pur godendo di una user base attiva grande la metà.
“Ci aspettiamo che l’ecosistema Apple resti la piattaforma dominante per gli sviluppatori nel futuro prossimo.”
E visto che nel futuro immediato ci sono iWatch, OS X Yosemite e iOS 8, il nuovo -ed entusiasmante- linguaggio di programmazione Swift, i nuovi iPhone e iPad, non sorprende che le azioni di Cupertino siano tutte riviste al rialzo.
Una conclusione cui è arrivato separatamente anche Rod Hall di J.P. Morgan, secondo cui Google sta iniziando un po’ tardivamente a lavorare sull’omogeneità del design e delle feature su tutte le sfaccettature della piattaforma; un lavoro che Apple ha iniziato molto tempo fa, e che la porrebbe dunque in una posizione di vantaggio:
“Alla fine dei giochi, ci sembra che la feature più importante presentata da Google sia l’integrazione senza soluzione di continuità, ma la domanda è un’altra: quant’è utile, visto il numero esiguo di persone che utilizzano i tablet e i laptop di Google?”
Il problema di Mountain View, insomma, è che risulta troppo focalizzata nel mercato degli smartphone, e quindi, benché encomiabile, lo sforzo nei confronti dell’integrazione estrema risulta molto meno efficace.
Leggi su Mobileblog: Android L presentato al Google I/O: ecco il futuro dell’OS mobile di Google