Nella conferenza lampo organizzata ieri nel tentativo di sedare gli effetti del WWDC 2012, Google ha svelato la “prossima dimensione” del suo servizio di mappe online. La novità principale sarà costituita dalle immagini 3D delle città, ma non è mancata la stoccatina ad Apple: Google Maps, ribadiscono da Mountain View, sarà sempre presente su tutte le principali piattaforme.
Di per sé, la conferenza non ha infuocato i cuori come ci si aspettava. In buona sostanza, l’unica vera miglioria in arrivo consiste nella -pur ammirevole- ricostruzione in 3D delle città attraverso l’uso degli aeroplani; in pratica, è lo stesso procedimento utilizzato da C3 Technologies, la società che Apple ha acquisito l’anno scorso per dare il via al taglio del cordone ombelicale con Mountain View. La cosa funziona così:
Google utilizza gli aeroplani per catturare immagini a 45 gradi da tutti e quattro gli angoli – guidandoli con traiettorie estremamente ben controllate e parecchia ridondanza. Google costruisce il modello 3D a partire da questa moltitudine di immagini, utilizzando algoritmi che creano la forma e i colori delle costruzioni. Il processo è “totalmente automatizzato” e la costruzione 3D avviene senza intervento umano. Il sistema è sufficientemente intelligente per sapere quando una certa immagini è bloccata o in ombra, per esempio. La società spera di combinare tra loro la mappatura 2D e i dati vettoriali con le immagini 3D per fornire un giorno anche informazioni di localizzazione in verticale.
Al margine della presentazione, proprio mentre si entrava più nel dettaglio sulle novità tecnologiche in Street View e sulla visione offline delle mappe su Android, il vice presidente dell’ingegnerizzazione per Google Maps Brian McClendon ha testimoniato l’estrema soddisfazione della società nei confronti del servizio offerto, confermando l’intenzione di “voler offrire tutte queste feature su tutte le piattaforme.”
Dichiarazioni che somigliano molto ad una risposta esplicita ad Apple e alle voci secondo cui presto -prestissimo- abbandonerà Big G in favore d’una soluzione di mappe creata in-house. A leggere tra le righe, viene da pensare che Google stia già lavorando ad un’app nativa da affiancare a quella ufficiale su iOS 6; qualcosa à la Google Earth, per capirci, sul cui futuro è tutto ancora da vedere.