Da alcuni giorni gira in rete una mail che oltre a ricordare il referendum del 12 e 13 giugno riporta una serie di foto scattate in parlamento che mostrano deputati e senatori intenti a scoprire le infinite possibilità offerte dall’iPad ricevuto in dotazione.
Gli scatti sono naturalmente impietosi, perché spesso li ritraggono intenti a giocare al solitario o a visitare siti internet che poco hanno a che vedere con l’attività parlamentare, ma al di là dell’utilizzo che ne viene fatto, queste foto sono in qualche modo una conferma che il tablet della Mela è uno strumento intuitivo e trasversale, adatto a persone di ogni età, magari poco avvezze all’utilizzo di un tradizionale computer.
Sicuramente quegli iPad serviranno per consultare meglio i disegni di legge, fare ricerche mirate di articoli o commi e verificare agevolmente il combinato disposto di un decreto con le leggi vigenti. Sarebbe bello, ad esempio, vedere altri scatti in cui compaiono delle applicazioni più attinenti all’attività legislativa, come ad esempio motori di regole che verifichino in tempo reale gli impatti di un provvedimento.
Poi in fondo l’iPad è solo una macchina e come tale segue la legge di Cooper, è solo un amplificatore delle capacità umane e dell’indole di chi la utilizza, o come disse una volta Umberto Eco:
Il computer non è una macchina intelligente che aiuta le persone stupide, anzi, è una macchina stupida che funziona solo nelle mani delle persone intelligenti.