Con neanche troppa fretta (il tempo di fare due conti sulle vendite?), IBM torna da Apple e cerca di spiegare che in realtà i loro processori non consumano così tanto da giustificare il passaggio ad Intel. O almeno potrebbero produrre processori adatti ai futuri sistemi Apple.
Secondo Rod Adkins, presidente dello sviluppo del System and Technology group di IBM, non ci sarebbe nulla nell’architettura PowerPC che limiti le evoluzioni in termini di efficienza e gestione dell’energia. Apple avrebbe invece scelto Intel per sfruttare la loro linea mobile, già pronta e testata, risparmiando così investimenti in ricerca e sviluppo (che sarebbero stati condivisi con IBM, visto che insieme all’hardware avrebbero dovuto sviluppare il software).