[blogo-video provider_video_id=”IHEFubEQbMo” provider=”youtube” title=”Akamai Whiteboard: How We Improve Internet Delivery” thumb=”” url=”http://www.youtube.com/watch?v=IHEFubEQbMo”]
Aggiornamento del 5 febbraio 2014, a cura di Ruthven.
Apple è attualmente al lavoro per sviluppare la sua propria piattaforma di Content Delivery, secondo quanto scritto dall’analista Dan Rayburn, una mossa della quale iCloud potrebbe beneficiarsi. Le ultime assunzioni di Apple indicano infatti che l’azienda di Cupertino stia sviluppando una propria piattaforma, abbandonando poco a poco i servizi di terze parti sui quali si è appoggiata finora, come Akamai o Level 3.
Rayburn ha detto che la transizione sta andando avanti da mesi, assumendo tecnici con una vasta esperienza nel campo delle reti molto estese. Per altro, un portavoce di Akamai Technologies ha parlato di negoziazioni in corso con “il loro più grande partner per i media”, che tutti quanti pensano sia Apple.
Apple non è però l’unica compagnia che sceglie ad un certo punto di sviluppare la propria piattaforma di Content Delivery. Lo hanno fatto anche Microsoft, Google e Netflix. Quest’ultima, in particolare, sfrutta la piattaforma per offrire i video direttamente ai propri clienti, con una migliore affidabilità del servizio e velocità dei collegamenti.
Apple usa le piattaforme di Content Delivery per distribuire contenuti, appunto, che essi siano app, musica o servizi di iCloud. Attualmente, Apple controlla ogni aspetto del processo, tranne… la piattaforma di distribuzione stessa. Gli ingegneri di Cupertino sviluppano il software, progettano l’hardware e gestiscono l’iTunes Store, ma si affidano ancora a servizi di terze parti per rendere disponibili i contenuti in Rete. I motivi per sviluppare una propria piattaforma sarebbero gli stessi che per le altre aziende, con l’aggiunta della supervisione di tutto il processo, un tema che rimane caro ad Apple.
Una piattaforma esclusiva per i contenuti di Apple, migliorerebbe direttamente i servizi di iCloud, poiché integrerebbe tutta la catena dello sviluppo della piattaforma e consegnerebbe nella mani della compagnia il controllo totale del sistema. Questo significa che le operazioni sui database e la loro connettività sarebbero esclusivi ad Apple, il che darebbe agli utenti una garanzia sulle prestazioni sia in termini di stabilità che di velocità di connessione. Gli analisti parlano quindi di download più rapidi da iTunes, sia per la musica che per i film e le app. Inoltre Apple ha anche iniziato da poco ad aumentare i contenuti inviati con un servizio di streaming, con il lancio di iTunes Radio nel settembre 2013, un servizio che sta partecipando al declino del mercato della musica online.
Via | BGR
Apple lavora ad una piattaforma proprietaria di Content Delivery
Scritto da Giacomo Martiradonna – martedì 4 febbraio 2014
L’analista di Frost & Sullivan Dan Rayburn sostiene che Apple sta tentando di espandere il proprio Network di Content Delivery, cioè l’infrastruttura che fisicamente porta i contenuti di App Store, iTunes Store e iCloud sui Mac, sugli iPhone, gli iPad e le Apple TV degli utenti. Per il momento la mela si avvale dei servizi di Akamai Technologies per la maggior parte del lavoro, ma i Data Center in North Carolina, Oregon e Nevada oramai sono pronti o quasi, e presto le cose cambieranno.
Come tutti sanno, Apple ha l’ossessione per il controllo dell’esperienza utente, ed ecco perché ha lanciato gli Apple Store: per avere nelle proprie mani l’intera esperienza retail, dalla catena di montaggio fino al momento in cui viene strappato lo scontrino. Con iTunes e iCloud, invece, parte del servizio dipende da partner terzi, e coi milioni di utenti -e la reputazione- che possiede, è fondamentale raggiungere un livello di qualità che rasenti l’eccellenza a scapito di ogni altra considerazione:
Mi dicono che una delle ragioni per cui Apple sta costruendo il proprio CDN è per problemi di prestazioni con iCloud, visto che Apple pretende di avere più controllo sul QoS dei contenuti che transitano verso i suoi dispositivi. Apple già controlla l’hardware, l’OS (iOS/OS X) e le piattaforma iTunes/App Store. Per ora controlla l’intera esperienza utente, con eccezione delle modalità con cui i contenuti vengono consegnati ai dispositivi. Visto che Apple non possiede l’ultimo miglio, non può averne il pieno controllo, ma con questo investimento guadagnerebbe in controllo e sicurezza.
Ovviamente, è mistero sulla tecnologia che verrà impiegata allo scopo (se proprietaria o Open Source) o se questi servizi si trasformeranno in un’offerta commerciale, ma la cosa cosa appare del tutto improbabile se lo chiedete a noi.
È da almeno cinque anni, scrive Rayburn, che a Cupertino si baloccano con questa idea, e forse il momento è giunto. Il Wall Street Journal ha infatti confermato la cosa con un articolo pubblicato solo poche ore fa:
Apple sta mettendo assieme un network di infrastrutture Internet capace di consegnare grosse quantità di contenuti ai clienti, dando alla società maggiore controllo sulla distribuzione delle sue offerte online e mettendo le basi per maggiori capacità di traffico qualora decidesse di tuffarsi più in profondità nel mondo della televisione.
In altre parole, così facendo Apple sarebbe pronta al lancio di una eventuale Apple TV di nuova generazione, quella che dovrebbe trasformare l’hobby di Cupertino in una solida strategia commerciale.