C’è un motivo se questa mattina il lavoro per molti di noi (chi scrive è tra questi, ma non ditelo al capo) è iniziato un’ora più tardi. E non c’entrano soltanto i bagordi di Halloween di ieri sera. Questa mattina la sveglia dell’iPhone ha suonato con un’ora di ritardo: il famoso bug dell’allarme di iOS che costringeva gli utenti australiani e neozelandesi ad una levataccia colpisce ancora.
Se tuttavia dall’altra parte del globo l’allarme trilla un’ora prima, da noi il guaio è ben peggiore: da quando l’Europa è tornata all’ora solare, le nostre sveglie preimpostate suonano con un’ora di ritardo. Nel frattempo, per lo meno in Nuova Zelanda, le cose si sono sono rimesse improvvisamente a posto da sole: pare infatti che nella programmazione di iOS, Apple si sia avvalsa di un protocollo DST obsoleto che non teneva conto delle ultime novità in materia (nello specifico, dal 2007 la Nuova Zelanda effettua il cambio dell’ora nell’ultima domenica di settembre e non più alla prima di ottobre come in precedenza). Come sottolinea qualcuno, è quindi possibile che presto le cose si aggiustino anche per il resto di noi.
In attesa che Apple risolva la questione definitivamente con un aggiornamento software -e a questo punto non resta che pregare nel rilascio anticipato di iOS 4.2– i palliativi da adottare sono pochi e piuttosto elementari. Si può impostare la sveglia ricorrente a un’ora prima di quella effettivamente necessaria (sapendo sin d’ora che malediremo la scelta fatta quando tutto tornerà a regime) oppure abbandonare del tutto la sveglia ricorrente in favore di un allarme singolo da impostare ogni notte (che tuttavia porterà diversi problemi a quanti, chi scrive compreso, dimenticherebbero di impostarla alla seconda sera).
E poi, in alternativa c’è sempre la vecchia sveglia a batterie; basta solo ricordarsi che fine abbia fatto.