La presentazione dei dati fiscali di Apple non è stata tutta rose e fiori. Se da una parte la percentuale di Mac venduti ha ritrovato un ruolo centrale nel core business, a fronte di una flessione fisiologica delle vendite di iPod, la crescita delle cpu vendute è ben al di sotto della media rispetto alle altre aziende.
Se ricordavate l’anno scorso le vendite di Mac crescevano di più rispetto a gran parte della concorrenza, mentre ora si fermano ad un +4%, contro una media mondiale del 13,1%. A dirlo è stato lo stesso CFO Frank Oppenheimer che, tuttavia, ha presentato questo stallo come una fase temporanea dovuta al passaggio ad Intel, e che dovrebbe terminare entro il 2007. Un dato che ci si aspettava, e in fondo i Macintosh hanno tenuto ben al di sopra delle aspettative degli analisti. Ma è giusto essere così ottimisti?
Sì, secondo i dati forniti da Apple. Il modello MacBook Pro, infatti, ha visto una richiesta superiore alle aspettative, ed è proprio stata l’incapacità di Apple a rispondere alla domanda a peggiorare la situazione. Probabilmente le cose si sistemeranno nei prossimi mesi, quando i magazzini saranno riportati ai livelli giusti. Le vendite dei prodotti con processori PPC, invece, sono ovviamente calate, ma il completamento della transizione dovrebbe arrivare entro dicembre, un mese importantissimo per le vendite della Mela.
Un altro fattore che può aver contribuito al rallentamento della crescita è la mancanza di applicazioni Universal, ma entro l’anno prossimo dovremmo vedere finalmente qualcosa da Adobe.
Inoltre, secondo il responsabile fiscale l’effetto Boot Camp avrà un ruolo centrale nel recupero veloce del gap dovuto alla transizione, aumentando il numero degli switcher che, come sappiamo, rimane comunque in crescita.
Nel frattempo, tuttavia, il rallentamento della crescita dei Mac riporta il nostro sistema operativo ad un ridimensionamento della fetta di mercato, che passa dal 3,6% al 2,5%.