A distanza di 3 mesi dal lancio dei primi Mac con processore M1, Intel risponde con una serie di slide e benchmark che dovrebbero ribaltare la percezione del pubblico. Ma come sempre, i numeri hanno un significato solo se adeguatamente contestualizzati.
Sul fatto che gli M1 siano un piccolo mostro di potenza, non ci piove; le app si aprono in un istante, e anche quelle non ottimizzate se la cavano comunque piuttosto bene. Era inevitabile quindi che Intel decidesse di mettere alla prova i suoi processori Tiger Lake di 11ª generazione, e di confrontarne la resa con gli M1 Si scopre così che “se compariamo Microsoft Office 365 che gira nativamente su processori Intel e Apple, l’Intel esegue alcuni compiti -tipo l’esportazione dei PDF- fino a 2,3 volte più rapidamente dell’M1. Se confrontiamo il browser più popolare (Chrome) […], l’Intel è più veloce del 30% e quasi 3 volte più rapido nei sotto-test di miglioramento delle foto.”
Piccoli primati in piccoli àmbiti che non sembrerebbero avere un grosso impatto sulla vita dell’utente. Parlando di videogiochi, invece, Intel sottolinea come il Mac non sia una piattaforma adeguata per il gaming poiché difetta di “innumerevoli” titoli come Gear Tactics, Hitman 2 che invece esistono su Windows. Il che è vero, ma non capisce cosa c’entra con le prestazioni il fatto che l’M1 non disponga di un determinato gioco.
Per quanto concerne la batteria, invece, Intel ha voluto demolire le dichiarazioni di Apple. Formalmente un Mac M1 garantisce “fino a 18 ore di autonomia”, ma nei test eseguiti (MacBook Air M1 contro Acer Swift 5 con Core i7 di 11ª gen) il risultato ottenuto è molto simile su entrambe le macchine: circa 10 ore di durata continuata con streaming Netflix, tab addizionali aperti e un’adeguata illuminazione dello schermo. Nei test Apple, invece, è effettivamente troppo bassa, ma qualcosa comunque non torna.
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Le Critiche a Intel
Nel commentare la notizia, PCWorld parla di benchmark “accuratamente studiati” per mettere far brillare i processori Intel con test palesemente “anti-M1”.
“Piattaforme di test disomogenee, argomentazioni mutevoli, omissioni di dati, e una puzzetta non tanto lieve di disperazione” si legge nelle conclusioni. “L’odierno processore M1 è un chip low-end per sistemi low-end, per cui Intel ha poco tempo per fare bella figura prima che i chip Apple high-end compaiano sul mercato e rendano la cosa sempre più difficile.”
Non dimentichiamo infatti che sugli entry level Apple montava fino a ieri Core i3 e i5, mentre gli i7 erano destinati alle configurazioni di punta; alla luce di ciò, non appare equo confrontare l’M1 con competitor di altra fascia (e altro prezzo). Inoltre, per quanto concerne la durata della batteria, PCWorld si riserve di effettuare ulteriori test dirimenti perché in tutti i loro esperimenti fino ad oggi, il MacBook Pro batteva i PC Intel con ore di autonomia in più.
Qui di seguito le altre slide pubblicate. Buona visione.
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