Allo stato attuale, Intertrust possiede un portfolio di circa 150 brevetti, tutti relativi alla gestione dei diritti digitali, 15 dei quali sarebbero stati violati da Cupertino in tutti i suoi prodotti di punta. All’impianto accusatorio sono stati annessi infatti gli iPhone, gli iPad, i Mac fissi e portatili, le Apple TV, oltre che le app e i servizi come iTunes, iCloud e l’intero App Store. Il Campus per fortuna l’hanno lasciato fuori.
In un comunicato stampa pubblicato sul proprio sito, la società scrive:
“Apple produce grandiosi prodotti che utilizzano le invenzioni di Intertrust” ha affermato Talal Shamoon, il CEO di Intertrust. “I nostri brevetti sono fondamentali per la moderna sicurezza su Internet e per il trusted computing, e sono il risultato di anni di ricerca interna e sviluppo. Siamo fieri delle nostre politiche di licensing coi leader dell’industria. Troviamo deprecabile che si renda necessaria l’assistenza della Corte per risolvere la questione.”
In ogni caso, non parliamo d’un signor nessuno. Intertrust, scrive MacRumors, è sostenuta da Sony Corp. e da Royal Philips Electronics, ed è già balzata agli onori della cronaca per essere riuscita a spillare 440 milioni di dollari a Microsoft nel 2004 con una causa molto simile. Tra i licenziatari ufficiali, si leggono nomi di spicco come Adobe, Samsung, Panasonic, LG, HTC, Nokia e Motorola. E Apple potrebbe essere la prossima.