Di primo acchito i più recenti dati pubblicati da IDC somiglierebbero ad uno smacco per Apple, e in senso assoluto è certamente così: Android rappresenta oramai l’81% dell’intero campione della società e, nel terzo trimestre fiscale dell’anno in corso, il market share di iOS è calato dal 14,4% del 2012 all’attuale 12,9%. Snocciolando le cifre una per una, tuttavia, ci si rende conto che probabilmente per Cupertino non è affatto una tragedia come sembra, e per almeno tre o quattro valide ragioni.
Android spazia dai telefoni ultra high-end fino a quelli di fascia bassissima, mentre Apple decisamente no. Il suo iPhone entry-level è il 4s, che parte comunque da 429€ IVA inclusa senza vincoli contrattuali. Un Android, invece, si trova ormai pure sotto i 150€, ma i margini per il produttore sono risicatissimi. A fronte di entrate record, per esempio, Samsung sta incontrando parecchia resistenza coi propri modelli di punta: la maggior parte del fatturato, in altre parole, proviene dal segmento low-end. HTC, invece, ultimamente non se la passa affatto bene.
La quota di mercato di Apple, inoltre, si è ristretta perché è cresciuto in termini assoluti il mercato smartphone. Le consegne di dispositivi, in realtà, sono aumentate considerevolmente: rispetto ai 26,9 milioni del Q3 2012, ora siamo ai 33,8 milioni di unità.
Inoltre c’è da considerare che durante il terzo trimestre -parliamo dei mesi che vanno da luglio a settembre- molti potenziali acquirenti hanno messo in standby la carta di credito in attesa dell’appuntamento coi nuovi modelli a settembre. Ricordiamo che, solo nel primo weekend di commercializzazione, iPhone 5s e iPhone 5c hanno raggiunto e superato il traguardo dei 9 milioni di dispositivi venduti; senza contare che a breve, con l’imminente Black Friday, si aprirà ufficialmente lo shopping natalizio.
Ma il vero asso nella manica di Tim Cook è un altro, e consiste nel cosiddetto ASP, cioè il prezzo medio di vendita di uno smartphone (“average selling price”) in base al Sistema Operativo. Laddove iOS può vantare un valore mediano di 635$ (l’anno scorso era perfino più alto, di 675$), Android si ferma a 268$. “I prezzi,” si legge, “stanno precipitando rapidamente sia nel comparto low-end che sui dispositivi premium high-end poiché la domanda aggregata non supporta più i prezzi alti” ma c’è di peggio: “i volumi di vendita nel low-end non aiutano i produttori di hardware Android, poiché la maggior parte di essi sta perdendo soldi.”
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Android è incontrovertibilmente più diffuso, eppure nonostante questo rende molto meno ed è pure molto più frammentato. Si può girarla e voltarla come si vuole, ma la sostanza non cambia: l’ecosistema mobile di Cupertino genera -per contenuti, pubblicità e applicazioni- un giro d’affari che Android non riesce ad eguagliare; su iOS, in altre parole, gli utenti navigano per più tempo e spendono di più.