Secondo Gene Munster di Piper Jaffray, la buona notizia è che l’iPad mini -il piccolo tablet di Cupertino in arrivo domani– venderà non meno di 5 milioni di unità prima delle festività natalizie. Figuriamoci dopo. La cattiva è che potrebbe cannibalizzare il 15-20% delle vendite dell’iPad tradizionale.
Se i rumors sull’argomento trapelati fino ad oggi sono corretti, Apple dovrà mettere in conto un pericoloso fenomeno di erosione degli introiti complessivi:
“Riteniamo che un iPad più piccolo finirebbe col cannibalizzare un milione di iPad regolari a dicembre, ovvero l’equivalente del 20% sul totale. Per questa ragione, ogni cinque milioni di iPad più piccoli, ne perdono uno di quelli standard.
Un pessimismo che trova riscontro anche nei vaticini di altri esimi colleghi, come ad esempio Bill Choi di Janney Montgomery Scott, che tuttavia propende per un 15% di cannibalizzazione. Non che la cosa possa necessariamente spiacere a Cupertino, intendiamoci:
Così come è avvenuto con l’iPod, che poi ha finito lentamente per ricoprire qualunque tipologia di form factor, capacità di storage e prezzi, Apple preferirà probabilmente cannibalizzare di nuovo i propri prodotti piuttosto che lasciare ai competitor la possibilità di farlo.
Il rischio, altrimenti, è che gli utenti con budget ridotti finiscano nelle braccia del Nexus 7 di Google o del Kindle Fire HD di Amazon, venduto a prezzo di costo. Certo è che ci si aspettava una politica molto aggressiva, con un entry level già a 249$, e invece niente da fare: i rumors più aggiornati parlano di 329$ per il modello base con connettività WiFi e 659$ per quello con tutti i fronzoli, con scaglioni da 100$ per il raddoppiamento dello storage e da 130$ per la connettività cellulare. Non proprio l’idea di economicità che ci aspettavamo, a dire il vero.