Aggiornamento del 6 settembre 2019
Il Face ID è indistinguibile dalla magia. Nella maggior parte dei casi, sblocca il telefono in modo sicuro e senza dover fare alcunché: basta sollevarlo e guardare lo schermo. Ma in alcuni frangenti si rivela macchinoso e alquanto scomodo: quando siamo bardati con sciarpa e cappello, ad esempio, o quando abbiamo l’attenzione rivolta verso altro, oppure quando iPhone è poggiato sul tavolo. In questi casi ci costringe ad assumere posizioni innaturali per allineare il volto alla fotocamera frontale, facendoci rimpiangere il vecchio Touch ID.
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E la verità è questa: il riconoscimento biometrico del volto va bene nel 70% dei casi, ma talvolta tornerebbe più utile poter usare l’impronta digitale. E siccome a Cupertino lo sanno benissimo, stanno lavorando per implementare il binomio Touch ID + Face ID sugli iPhone dell’anno prossimo.
Lo ha rivelato Ming-Chi Kuo in una recente nota dello scorso agosto, e lo ha confermato Bloomberg poche ore fa. L’analista parlava esplicitamente di FoD (Fingerprint on Display), cioè della feature che permette di trasformare il display di uno smartphone in un gigantesco sensore di impronte digitali:
In termini di tecnologia, prediciamo che 4 questioni critiche riguardo il FoD miglioreranno significativamente nei prossimi 12-18 mesi, incluso lo spessore del modulo, l’area sensibile, il consumo e i tassi di produzione dei laminati. Pertanto, riteniamo che Apple lancerà il nuovo iPhone equipaggiandolo sia col Face ID che con una soluzione di FoD per migliorare la sicurezza e la praticità grazie ai sensori biometrici multipli.
Tempistiche corrette, secondo le fonti di Bloomberg che parlano di inizio 2020 come possibile data di lancio; e se vi sembra improbabile, non dimenticate che all’inizio dell’anno prossimo -al di fuori della scaletta settembrina- dovrebbe debuttare il successore di iPhone SE.
Una giravolta, quella del Touch ID, che sorprende dopo due (anzi tre, se contiamo iPhone 11 a settembre) generazioni di iPhone prive di Touch ID. Il fatto è che Apple ci ha provato sul serio a infilare il sensore di impronte nel display, salvo poi aver cambiato idea all’ultimo per ragioni che non ci è dato conoscere.
Nel mentre, nel mondo Android si è perseguita invece la strada opposta implementando il riconoscimento delle impronte nel display prima sui modelli di fascia alta, e poi su quelli di fascia media, con ottimi risultati di vendite tra l’altro. Ciò lascia supporre che Touch ID e Face ID non siano concorrenti, quanto piuttosto complementari; sono tessere dello stesso mosaico.
Ovviamente, una tecnologia simile non resterebbe circoscritta al mondo degli smartphone; una volta speso cifre importanti per svilupparla e metterla a punto, tanto vale diffonderla il più possibile, ad esempio su iPad e su Apple Watch, ma anche sul nuovo iPhone low cost previsto in modo specifico per il mercato cinese, dotato di sensore d’impronte nel display ma privo del più costoso Face ID.