Apple è ormai abituata a vedere i propri prodotti elevati a ruolo di icone, segni distintivi di questa o quella generazione o categoria di persone.
Si è partiti dal Macintosh Plus, simbolo della rivoluzione creativa degli anni ’80, bandiera di quella fetta di giovani rampanti che non voleva “perdersi” nel mare degli Yuppies, gli Young Urban Professional che colonizzarono la società economica americana, e che sceglieva uno stile votato alla creatività piuttosto che al profitto puro e semplice.
Un sodalizio rinnovato, dopo le peripezie dell’azienda che tutti conosciamo, alla fine degli anni ’90, quando Apple ha cavalcato a modo suo la rivoluzione di internet, proponendo uno strumento, iMac, del tutto analogo tecnicamente alla concorrenza, ma incarnato in un design totalmente nuovo, colorato e traslucido, pensato per appagare le esigenze dei creativi vecchi e nuovi.
La campagna “Think Different“, contemporanea al lancio di iMac, voleva proprio sottolineare la diversità dello spirito di chi li produceva e degli utilizzatori finali. Il messaggio, esteso, era chiaro e semplice: “Noi pensiamo in modo creativo, pensiamo a voi!”
Col nuovo millennio è arrivato iPod, il lettore multimediale che ha cambiato il modo di fruire musica, ed è stato scelto da una nuova generazione di adolescenti e giovani quale simbolo della propria vocazione tecnologica. La generazione successiva a quella “della Playstation”, che ha trovato nelle cuffiette bianche il proprio badge distintivo.
Come tutti sappiamo, Apple ha via via aggiornato e migliorato il suo iPod, aggiungendo nuove funzioni tra le quali la possibilità di vedere filmati.
Se ricordate, in un primo momento la fruizione di video si iPod non ebbe una grande diffusione, e comunque non la stessa “esplosione” del mercato della musica digitale. Il motivo principale risiedeva nella percezione che gli utenti avevano (e tuttora hanno) di iPod: un apparecchio per ascoltare musica. Non video.
Per questo, e a Cupertino l’hanno capito in fretta, era necessario un nuovo prodotto, una nuova rivoluzione incarnata in un dispositivo che puntasse fin da subito sulla propria vocazione multimediale e multi-purpose. Questo prodotto è stato iPhone.
E la consacrazione dello smartphone di Apple si è avuta in modo definitivo ieri sera, nel corso della cerimonia di consegna dei premi dell’Academy, la notte degli Oscar.
In un siparietto creato per sancire la fine delle ostilità tra autori in sciopero e produttori (il cui nodo era, guarda caso, proprio costituito dai diritti di fruizione), iPhone ha fatto capolino quale simbolo dei nuovi media alternativi, delle nuove possibilità di fruizione dei contenuti multimediali. Ed è stato un ideale passaggio di consegne, da iPod ad iPhone, da una generazione a quella successiva.
Una generazione sempre molto tecnologica, sempre per più tempo connessa, sempre più in movimento. Persone che per alcuni possono già essere raggruppate in una nuova categoria (dal nome orrido, come sempre capita per le etichettature): guardare alla voce “generazione wireless”, o anche “generazione iPhone”.