In una lunga intervista a Bloomberg Businessweek, l’attuale CEO di Apple Tim Cook -assieme al vice presidente senior del Software Engineering Craig Federighi e al vice presidente senior del Design Jonathan Ive- ha parlato a ruota libera su alcuni temi attuali, come il lancio dei nuovi telefoni, la filosofia dietro all’iPhone 5c e i competitor, tutti colpevoli di aver abdicato al ruolo di veri innovatori.
Riguardo il cosiddetto “iPhone low-cost” che i rumors ci hanno propinato per mesi, Cook ripete il mantra che era proprio anche di Steve Jobs:
Non abbiamo mai avuto come obiettivo di vendere un telefono a basso costo. Il nostro obiettivo primario è di vendere un telefono grandioso con una grandiosa esperienza, e abbiamo trovato il modo di farlo ad un prezzo inferiore.
Traduzione: eravate degli ingenui a credere che avremmo buttato sul mercato un prodotto economico solo per venderne a milioni, rovinandoci così la reputazione. L’iPhone 5c non è un telefono low-cost in termini assoluti; però è un filo più economico del 5s, che oramai costa come e più di un MacBook Air.
Parlando delle società rivali, invece, Cook si è soffermato un attimo sui problemi atavici di Android, che sono tutti riconducibili alla sua insostenibile frammentazione. “La divisione del mondo in due Sistemi Operativi è valida oggi più di ieri” ha dichiarato al settimanale. “Quando guardi alle cose come soddisfazione dei clienti e uso, ti rendi conto che il divario tra iOS e Android è enorme.” La testata cita un recente sondaggio condotto sui 25 smartphone Android commercializzati da AT&T e conclude che ben 6 non erano aggiornati all’ultima versione dell’OS. “E così,” ha chiosato Cook, “per quando il telefono esaurisce il suo ciclo vitale, l’utente è rimasto indietro di tre o quattro anni. E’ come se ora avessi iOS 3 nella mia tasca. Non riesco a immaginarlo.”
Ma la frammentazione dell’ecosistema produce i suoi danni in molte altre maniere, meno dirette:
La frammentazione è una commistione di problemi. Si mostrerà agli sviluppatori. Si mostrerà alla gente che non può accedere a certe app. Si mostrerà nella sicurezza […], e poi ti tocca tornare indietro e tappare i buchi in tutta questa roba vecchia, e alla gente non va sempre giù.
Infine, l’iCEO ha speso qualche parola su Nokia, una società che fino a qualche anno fa poteva vantare margini superiori al 25% e che era considerata un’inamovibile gigante della telefonia mobile. E che ora è diventata il sottoscala della Microsoft. La loro colpa è stata quella di non aver continuato a innovare:
Credo che Nokia rappresenti un promemoria per chiunque, in questo campo: bisogna continuare a innovare, perché se non lo fai muori.
Come Nokia, per l’appunto.