Tra le bombe lanciate da Steve Jobs nel corso dello Special Event di ieri, quella più inaspettata è stata la riduzione di prezzo di ben 200 dollari di iPhone, che perde la versione da 4Gb, mentre quella di punta passa da 599$ a 399$.
Dopo qualche secondo in cui ci si passa tra le dita la carta di credito cercando di scacciare strane idee, si comincia a ragionare sui motivi e sulle implicazioni di una decisione tanto importante: più del 33% di riduzione del prezzo a poco più di 3 mesi dal lancio non è certo una cosa comune.
La prima idea che viene in mente, da osservatore e appassionato del mondo della mela, è che la performance di iPhone sul mercato non sia esaltante; sarebbe una mossa logica, la riduzione di prezzo, vista in questa ottica. Tuttavia, sappiamo da analisi indipendenti come ciò non corrisponda al vero: iPhone è un fenomeno commerciale e, seppur a Cupertino si potessero aspettare vendite ancora più dirompenti, non è nemmeno lontanamente appropriato parlarne.
Scartata l’ipotesi flop, ne rimane una meno immediata ma molto logica.
Forse l’intenzione di Apple è quella di creare velocemente una massa critica di installato, ovvero un alto numero di utenti (che, lo ricordiamo, saranno legati ad Apple e AT&T per ben 2 anni) su cui poter contare in futuro per la vendita di nuovi servizi e prodotti.
Si pensi alla partnership, annunciata sempre nel corso del keynote, con Starbucks: operazioni di questo tipo possono funzionare solamente se si dispone di una base di installato ampia e fedele.
Si può andare anche oltre, e pensare ad un programma di sostituzione (cosa comune nel mercato della telefonia americano) una volta che verrà lanciato un iPhone di seconda generazione: sarà sicuramente più facile convincere un utente, che è già legato da un contratto, a sostituire il porprio telefono senza spese aggiuntive (salvo l’acquisto, ovviamente).
Un iPhone da 8Gb a prezzo competitivo, poi, lascia lo spazio commerciale per un modello superiore: in queste condizioni uno smartphone con 16Gb si storage e funzionalità UMTS potrebbe facilmente essere posizionato a tra i 500$ e i 600$ con grandi possibilità di fortuna commerciale. Per non parlare dell’appetibilità sul mercato europeo, per il quale questo keynote è stato avaro di annunci.
Va infine notato che questa consistente riduzione di prezzo non necessariamente si traduce in una vendita sottocosto di iPhone. Da un lato spingerà a vendere ancora più dispositivi, fatto che, unitamente alle componenti condivise con iPod touch, farà scendere notevolmente i costi di produzione, dall’altro potrà far contare Apple su ricavi ancora maggiori derivati dalla quota sui contratti che gli spetta da AT&T e da nuovi servizi come iTunes WI-FI Store.
E qui, come vedete, ci ricolleghiamo al discorso iniziale…