iPhone, per quanto ancora Apple potrà innovarlo?

Per quanto ancora Apple potrà innovare iPhone prima di arrivare a un punto morto? Per rispondere, parliamo dell'acqua della Ferragni.
iPhone, per quanto ancora Apple potrà innovarlo?
Per quanto ancora Apple potrà innovare iPhone prima di arrivare a un punto morto? Per rispondere, parliamo dell'acqua della Ferragni.

Su Internet è tutto un “Apple non riesce più ad innovare da quando è morto Steve Jobs” e “iPhone non è così innovativo come una volta.” Qualcuno dice per esempio che “innovazione non vuol dire doppia fotocamera, scocca waterproof, più RAM e un processore più veloce” perché questo è solo “potenziamento muscolare, non innovazione.” Ma per quanto ancora Apple potrà innovare iPhone prima di arrivare a un punto morto? Per rispondere, parliamo di bottiglie d’acqua e tv.

Il paragone potrà sembrare azzardato, eppure pensateci. Quanto si può ragionevolmente aggiornare e modificare una cosa semplice come una bottiglia d’acqua? L’acqua Evian griffata Chiara Ferragni e venduta a 8€ l’una è andata a ruba per mesi. Alla fine è acqua, ma con una funzione e un pubblico nettamente diverso rispetto a qualche decennio prima.

Ora pensate alle tv. Il primo televisore italiano -anzi “fonovisore”- fu lanciato nel 1936: negli USA invece nel 1928. Parliamo quindi di un dispositivo che ha quasi la bellezza di 100 anni. Di per sé non è mai stato realmente rivoluzionato: è pur sempre uno schermo con immagini in movimento e suoni sincronizzati. Ma tra il primo fonovisore e una TV 8K dei giorni nostri c’è un abisso fatto di piccoli ma costanti salti evolutivi, tentativi andati a vuoto e tecnologie abbandonate.

Stessa storia per le fotocamere. Le prime macchine fotografiche risalgono al 1839, ma è con l’avvento dell’elettronica e dei microprocessori che diventano digitali. L’esposizione automatica, cosa rara e costosa negli anni ’60 e ’70, è diventata la norma negli anni ’80 e ’90. In quel periodo, le vendite esplosero perché, per la prima volta, non c’era la necessità di far sviluppare il rullino.

In questo caso però è accaduto un altro fenomeno. La tecnologia si è fatta talmente sofisticata e miniaturizzata da poter essere letteralmente trasformata nella feature di un altro gingillo che portiamo sempre con noi: il telefono. E qui veniamo al dunque.

Rivoluzione VS. Evoluzione

Se guardiamo al salto fatto tra iPhone 11 e iPhone 12, vediamo solo piccoli miglioramenti incrementali: CPU più veloce, GPU più veloce, intelligenza artificiale più veloce, fotocamera più evoluta, introduzione del 5G e così via. Ma un iPhone è molto più che la somma delle sue componenti.

Grazie alla magia del software, infatti, iPhone 13 scatta foto nettamente migliori rispetto al predecessore, con un modulo fotografico solo marginalmente superiore. Gli algoritmi d’intelligenza artificiale e il deep learning diventeranno sempre più importanti, più dell’hardware in sé. In questo caso poi non è stato tanto l’avanzamento tecnologico della fotocamera a fare la differenza, quanto piuttosto il potere computazionale messo a disposizione dai chip di ultima generazione.

E chissà, magari arriverà un futuro fatto di occhiali e lenti a contatto AR che manderà in soffitta iPhone; oppure no. Ed è vero che tra il pre e il post-iPhone c’è un mondo a parte, tanto da poter parlare di rivoluzione; ma non dimentichiamo che, prima di arrivare al momento in cui Steve Jobs cambia l’industria per sempre introducendo iPhone, siamo dovuti passare prima per questo oggetto qui:

E dunque sì: iPhone è stata una rivoluzione. Ma, in un certo senso, è solo una (geniale) evoluzione del vecchio telefono analogico, resa possibile dalla tecnologia disponibile, dalle conoscenze tecniche, dalla fantasia, dall’intuizione e dalla decisione di un’azienda. Ma sempre da lì siamo dovuti partire.

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