Il largo uso di memoria NAND flash da parte di Apple potrebbe essere un problema per l’intera industria mondiale nei prossimi anni. A dichiararlo è direttamente uno studio condotto da iSuppli.
L’esistenza del melafonino si stima abbia aiutato a moltiplicare i guadagni nel mercato di circa 5,6 volte, dal 2008 al 2013, con un incremento nel volume d’affari di 32,5 milioni. La maggior parte di questa iniezione è dovuta all’insistenza di Apple nell’aumentare, per ciascun dispositivo, il quantitativo di memoria ad ogni aggiornamento.
Aumentando la capacità di iPhone dagli iniziali 8Gb agli attuali 32Gb, l’azienda non solo chiede più memoria per se stessa ma indirettamente aumenta il fabbisogno di memoria degli altri produttori di dispositivi affinché questi possano rimanere competitivi.
Tutti i dispositivi concorrenti ad iPhone sono provvisti almeno di 8Gb di memoria interna, come il Palm Pre, oppure di memoria microSDHC, come nel caso di BlackBerry Storm e Nokia 5800 XpressMusic. Solo il Nokia N97 uguaglia la capacità dell’iPhone 3GS. In gerale molti di questi dispositivi pur uguagliando il prezzo di iPhone dispongono effettivamente della metà di memoria. La media del quantitativo di memoria nei telefoni cellulari giungerà ai 5,8Gb entro il 2013.
In questo momento Apple utilizza memoria flash per tutti gli iPod, eccetto la versione Classic, ed utilizza hard disk a stato solido opzionalmente in tutti i MacBook Pro. Nulla fa pensare ad un inversione di tendenza: l’azienda ha recentemente consolidato le sue commesse con un anticipo da 00 milioni per Toshiba, uno dei suoi fornitori di fiducia nonché competitor di Samsung.
[Via iSuppli]