Aggiornamento del 17 dicembre 2018
Qualcosa decisamente non torna. Da una parte Apple afferma che iPhone XR sia il suo telefono più venduto di sempre; dall’altra, invece, gli analisti insistono sulla scarsa popolarità, e sul calo degli ordini. Secondo il solitamente ben informato Ming-Chi Kuo, Apple avrebbe falcidiato gli ordinativi di questo modello, dalle precedenti 47-52 milioni di unità alle attuali 38-42 milioni.
A dire dell’analista, ci sono due ragioni principali per questo fenomeno:
- 1. Richiesta inferiore alle aspettative per iPhone XR
- 2. Aumento degli ordini dei modelli precedenti (che però non bastano a sopperire al calo delle vendite di iPhone XR e iPhone XS)
Un trend che tuttavia potrebbe rimandare all’anno prossimo l’impatto sulle azioni. Da una parte infatti Apple non dichiara più il numero di unità vendute ma solo i dati complessivi sul fatturato; dall’altra, il prezzo medio di iPhone è aumentato parecchio nel corso degli ultimi anni, e questo fattore potrebbe camuffare ancora per un po’ un’eventuale défaillance nelle vendite.
Calano i Prezzi
Stando alle indiscrezioni delle ultime ore, pare che Apple abbia deciso di abbassare i prezzi di iPhone XS in Giappone, e di rimettere in produzione il vecchio iPhone X. Aggiornamento del 26 novembre: in realtà, e per correttezza d’informazione, il taglio di 100$ sul prezzo del telefono si è verificato esclusivamente su iPhone XR e comunque c’è da considerare che in Giappone il modello di business prevede sconti importanti sul costo del telefono in cambio dell’abbonamento.
Un contratto tipico con NTT Docomo ha una durata di 24 mesi e consente l’acquisto a rate del telefono; dai precedenti 36.000 Yen (280€) di un iPhone XR da 64 GB, spalmati nel corso dei due anni, ora siamo passati a 24.000 Yen totali (186€), cui si aggiungono i costi dell’abbonamento telefonico e i costi fissi obbligatori.
È probabile che la cosa venga presto espansa anche agli altri gestori, ma piano coi facili entusiasmi perché questo tipo di operazioni, benché rare, non sono una novità assoluta. Talvolta Apple decide di praticare scontistiche eccezionali in determinati mercati con esigenze molto specifiche. Dunque, siamo ben lontani dal poter anticipare tagli del genere anche in Italia.
Il bello è che in Giappone iPhone è molto in voga e vende bene, ma sembra che gli utenti snobbino i modelli recenti in favore di iPhone 8 e iPhone 8 Plus. E a quanto pare Cupertino ha la necessità di smerciare un certo quantitativo di iPhone OLED, per non trovarsi costretta poi a pagare pesanti penali nei confronti di Samsung Display, fornitore unico di pannelli per iPhone X, XS e XS Max.
Che sia una conferma alle teorie sul loro mezzo fiasco? Il tempo dirà. Intanto, però, il dubbio viene, anche perché oramai iPhone XR si trova già a prezzi inferiori sul mercato, soprattutto in determinate combinazioni di colore/capienza. A mo’ di esempio:
- iPhone XR Bianco 64GB a 796€ su Amazon
- iPhone XR Bianco 64GB a 8076€ su Amazon
- Apple iPhone XR 128GB Rosso a 948€ (Venduto e spedito da Amazon)
- Apple iPhone XR 128GB Rosso a 864€ (Venduto e spedito da Amazon)
iPhone XSFlop?
Secondo le fonti del Wall Street Journal, Apple si è vista costretta a rivedere al ribasso gli ordinativi di iPhone XS, iPhone XS Max iPhone XR in seguito a una “domanda inferiore alle aspettative.”
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Non c’è soltanto il problema estetico di iPhone XR; a quanto pare, si stanno verificando dinamiche più profonde e complesse che rischiano di minare la crescita di Cupertino.
Stando alle voci di corridoio, sono stati tagliati “fino a un terzo dei 70 milioni circa di unità” dal programma di produzione originale che va da settembre 2018 a febbraio 2019; parliamo di un ammanco di grossomodo 23 milioni di unità. Questa almeno la teoria del momento, ma occorre esercitare cautela.
Anche l’anno scorso infatti, se ricordate, era emersa una cantilena simile; tutti gli analisti sembravano concordare sul flop di iPhone X, tanto da convincere investitori e addetti ai lavori, compresi noi. Salvo poi scoprire, al momento dei risultati fiscali, che in realtà era stato un successo da record e che le prospettive erano più che rosee.
Il fatto è che, come spiegava Tim Cook stesso nel 2013, non è possibile inferire l’andamento generale di una linea di prodotto (in questo caso iPhone) dai dati dei singoli fornitori; “la catena delle forniture,” spiegava l’iCEO, “è molto complesso e Apple possiede fonti multiple per ogni cosa. I tassi di produzione possono variare, così come le prestazioni del singolo fornitore. C’è una caotica lista di cose che possono rendere ognuna di queste singole metriche scarsamente utili per descrivere l’andamento generale.”
Insomma, è presto per giungere a qualunque tipo di conclusione. Una cosa però è fattuale: dagli ultimi risultati fiscali del 1 novembre, il titolo in Borsa ha perso circa il 15% del proprio valore.