Purtroppo ogni volta che sento parlare di suonerie mi vengono in mente certi orribili spot che infestano il palinsesto televisivo, quindi non odiatemi se non riesco a vedere con occhio benevolo la funzione di vendita di questi frammenti musicali, recentemente introdotta su iTunes da Steve in persona.
Eppure, per me che odio profondamente questo mercato, l’introduzione delle suonerie per iPhone è un argomento sfizioso. Perchè? Perchè è evidente che l’introduzione di questo servizio non è stata affatto facile. Se ne parlava già un anno fa, quando ancora non si avevano conferme dell’esistenza di iPhone. Poi al lancio del telefono la funzione “ringtones” appariva nelle slide di Steve Jobs, eppure non veniva confermata sul sito Apple. La conferma è arrivata solo questo mese, con il keynote dedicato agli iPod. Quando qualcosa è confuso nei piani di Apple, c’è sempre una causa: i diritti d’autore…
Per questo non mi stupisce l’articolo di Daniel Dilger, secondo cui Apple aveva in mente da tempo di offrire una funzione ringtone su iTunes, ma non appena la RIAA ne venne a conoscenza fermò ogni progetto. La cosa che dovrebbe stupirci dell’affaire delle suonerie, almeno nella legislazione Usa, è che la RIAA ha ottenuto il diritto di non pagare gli artisti per la vendita di suonerie, pur mantenendo il diritto di richiedere un pagamento ai rivenditori. La RIAA, quindi, ha voluto chiedere precisamente ad Apple come avrebbe potuto ottenere il pagamento dei diritti per ogni singola suoneria, ritardando l’annuncio della funzione.
Apple sembra aver ottenuto la tariffa più bassa tra tutti i distributori di suonerie, eppure l’associazione dei discografici sembra preoccupata per quanto riguarda il diffondersi di software in grado di creare suonerie da iTunes senza pagare nulla. Quello che vediamo ora, quindi, è frutto dell’ennesimo compromesso tra paura e necessità di innovare. Il prezzo di una suoneria è di 0,99$ (più il prezzo del brano originale, si arriva a 1,98$): è di gran lunga inferiore a quello offerto dai gestori italiani (se consideriamo che si possiede anche il brano integrale), ma visto che agli artisti non va un centesimo, possiamo considerare questo atteggiamento realmente onesto?
Il tema è attuale anche in Italia, dove il mercato è forse ancora più redditizio. Il gruppo musicale Le Vibrazioni, ad esempio, ha deciso di regalare le proprie suonerie sul suo sito, affermando che come autori non ci guadagnavano nulla, quindi valeva la pena regalarle. In quel caso, tuttavia, si trattava di suonerie midi, credo che la legislazione sia differente nel caso dei real tone. Comunque l’argomento dei diritti d’autore sul tema rimane confuso, ovunque, e mentre i grandi sono già in grado di rivendicare diritti bloccando i progetti, per il consumatore le cose rimangono poco chiare.