Sapevamo già che il giro d’affari dell’iTunes Store supera di quattro volte il valore dell’intera Apple nel 2004. È un business che da solo smuove qualcosa come 12 miliardi di dollari l’anno, e che oramai rappresenta molto più della somma delle parti di cui è costituito.
Secondo i calcoli di Dediu, con l’App Store Apple guadagna circa il 2% di margini sul software, mentre con l’iTunes Music Store non si supera l’1%; parliamo praticamente di 150 milioni di dollari o giù di lì, quindi una cifra relativamente modesta. Uno dei fattori chiave del successo della piattaforma, tuttavia, è rappresentato dal team software, recentemente inglobato nel team iTunes e definito dall’analista “uno degli eroi dimenticati di Apple.”
A suo dire, solo il software prodotto internamente -OS X, iWork, iLife e le app professionali come Final Cut Pro ed Aperture- ha garantito alla mela introiti pari a 3,6 miliardi di dollari lordi nel 2012. Questo ipotizzando un margine operativo medio di circa il 50%, lo stesso detenuto da Microsoft per servizi analoghi.
La crescita dell’ecosistema iTunes, intanto, non si arresta. I dispositivi iOS si vendono come il pane, i Mac vanno benissimo, e l’iTunes Store continua ad espandersi nei nuovi mercati; solo negli ultimi mesi hanno aperto i battenti 56 nuove localizzazioni che si aggiungono alle 63 già disponibili, senza contare il traguardo dei 25 miliardi di canzoni raggiunto appena lo scorso febbraio. Come dire, dovrà passare ancora parecchio prima di iniziare anche a solo a ipotizzare un’eventuale saturazione.