In Cina, la sezione iBooks e Film dell’iTunes Store sono state chiuse d’imperio dall’Amministrazione Cinese della Stampa, Pubblicazioni, Radio, Film e Televisioni.
[related layout=”big” permalink=”https://www.melablog.it/post/188850/coppia-cinese-vende-la-figlia-di-18-giorni-per-comprarsi-un-iphone”] può vendere la propria figlia di 18 giorni per comprarsi un iPhone? Per molti la risposta sarà (per fortuna) no, ma a quanto pare al mondo esiste qualcuno che alla domanda ha deciso di rispondere sì. È successo in Cina.[/related]
Non è chiaro cosa sia accaduto, né perché. Fatto sta che all’improvviso l’agenzia governativa cinese che controlla stampa, radio e televisioni ha imposto ad Apple la sospensione dei servizi di vendita dei film e dei libri. La notizia l’ha data il New York Times, che scrive:
Inizialmente, Apple sembrava possedere l’approvazione governativa per introdurre i servizi. Ma l’ente regolatore, l’Amministrazione Statale della Stampa, Pubblicazioni, Radio, Film e Televisioni ha esercitato la propria autorità e chiesto le chiusure, secondo due persone che hanno parlato in condizione di anonimità.
[related layout=”right” permalink=”https://www.melablog.it/post/189490/iphone-se-e-un-successo-in-cina-34-milioni-di-prenotazioni”]Sulle vendite di iPhone SE naturalmente non c’è ancora niente di ufficiale, ma per CNBC il nuovo telefono di Apple è un successone in Cina.[/related]
L’imposizione arriva a 6 mesi di distanza dal lancio ufficiale dei servizi, e ovviamente Apple spera di poter “rendere nuovamente disponibili libri e film ai clienti in Cina il più presto possibile.”
Il fatto è che la Cina ha tutto l’interesse a spingere le società high-tech interne e ridurre al contempo la portata e il giro d’affari dei colossi stranieri come Apple; ecco perché le restrizioni su Internet, ed ecco perché il presidente cinese Xi Jinping si è recentemente visto con Jack Ma di Alibaba, Ren Zhengfei di Huawei e altri pezzi grossi dell’industria tecnologica del paese, ma non con Apple, Microsoft o Google. La mela, a quanto pare, sta diventando un pesce troppo grosso in Cina, e dunque risulta anche piuttosto scomoda: è “troppo profondamente innervata nell’industria del paese” scrive il quotidiano. E questo è un grosso problema.