Su iWatch si è detto tutto e il contrario di tutto, ma oramai qualche semi-certezza ce l’abbiamo. Innanzitutto, arriverà entro la fine dell’anno, e sarà soprattutto votato al monitoraggio della salute personale; ce lo confermano le anomale assunzioni degli ultimi tempi -specialisti in biosensori, fisiologi ed esperti di medicina del sonno- ma anche le indiscrezioni sul software e i tentativi di acquisizione. Ecco perché non sorprende scoprire stamane che Apple sia interessata ai sensori audio di predizione degli infarti: quale migliore complemento per il suo smartwatch?
La notizia l’ha rivelata il San Francisco Chronicle, nel medesimo articolo in cui illustra i contatti tra Apple e Tesla Motors. Pare che la messa a punto di questa sofisticata tecnologia sia seguita da Tomlinson Holman, l’ingegnere dietro lo standard sonoro THX che è entrato a far parte di Apple nel 2011. Il progetto è assai ambizioso:
Pur non avendolo mai confermato, Apple ha assunto Holman nel 2011 per fornire “una direzione audio,” secondo quanto si legge sul suo profilo LinkedIn. Al tempo, gli osservatori pensarono che avrebbe focalizzato i suoi sforzi per migliorare la qualità audio dei MacBook e degli iPhone.
Ma sotto Holman, Apple sta in realtà esplorando modi di misurare la “turbolenza” sonora applicata ai flussi sanguigni. La società intende sviluppare un software e dei sensori che possano predire gli attacchi di cuore identificando il suono generato dal sangue mentre tenta di scorrere attraverso un’arteria intasata da una placca.
Ma c’è molto di più in ballo. Si vocifera addirittura di una tecnologia di riconoscimento univoco degli utenti in base al ritmo del cuore, che è specifico per ogni individuo.
Non sappiamo se e quando una feature simile si affaccerà sul mercato, ma è facile ipotizzare che un gingillo del genere si venderebbe come il pane: pensate soltanto a quante milioni di vite potrebbe salvare ogni anno.