iWatch e Apple HomeKit, Android Wear ci dà un assaggio di futuro

Mentre Apple si appresta a ultimare i preparativi per il lancio di iWatch, Google ci offre un assaggio di quel che aspetta. E il futuro fa rima con Home Automation.
iWatch e Apple HomeKit, Android Wear ci dà un assaggio di futuro
Mentre Apple si appresta a ultimare i preparativi per il lancio di iWatch, Google ci offre un assaggio di quel che aspetta. E il futuro fa rima con Home Automation.

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Rimettiamo assieme i pezzi. Una delle novità di iOS 8 più pubblicizzate dal marketing della mela è HomeKit, lo standard di Apple per la gestione centralizzata dei dispositivi di domotica e home-automation. Grazie a questo speciale framework, le app su iPhone e iPad saranno in grado di localizzare e configurare i dispositivi connessi alla casa, oltreché regolamentarne il funzionamento. Le azioni potranno essere raggruppate in base alle proprie esigenze (per esempio “spegni luci, chiudi porta, chiudi garage” quando si esce, o “accendi luce, avvia il condizionatore, apri le tapparelle” quando si rincasa) e il tutto sarà gestibile coi comandi vocali di Siri, e dunque attraverso iWatch.

In attesa di vedere coi nostri occhi cosa bolle in pentola a Cupertino, però, una mezza idea ce la possiamo fare guardando cosa fa già oggi Android Wear, il competitor più temibile del futuro smartwatch Apple.

Approfondisci su Downloadblog Google presenta Android Wear, Sistema Operativo per smartwatch

Il video che vedete in cima al post è stato creato da uno sviluppatore Android e mostra l’approccio più aperto di Google; se infatti Apple ha scelto un sistema che rende molto facile la gestione dei dispositivi di domotica lavorando gomito a gomito coi produttori partner, Google ha invece optato come al solito per dare carta bianca a produttori e software house. Nel caso specifico, l’hardware domestico prodotto da DroidCK funziona in modo quasi nativo su di uno smartwatch Samsung Gear Live semplicemente creando un piccolo ponte software tra i dispositivi e l’app di controllo presente su Play Store.

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Somiglia un po’ al lavoro di hacking fatto da uno sviluppatore iOS un paio d’anni fa per controllare le Philips Hue direttamente con Siri. Alla fine l’effetto è quasi lo stesso, per carità, ma sa un po’ di artigianale e di raffazzonato; e soprattutto, avvalendosi di app e sistemi eterogenei, non consente nativamente di raggruppare azioni differenti su hardware differente, come prevede Apple HomeKit.

Dal canto suo, sappiamo che Cupertino intende sfruttare questo nascente mercato imponendosi con dei prodotti “mainstream” che tuttavia non entreranno in competizione coi vari Google Nest, Philips Hue, Serrature Kevo e compagnia. La filosofia di Apple è di tipo inclusivo, e prevede soltanto integrazione; quella di Google lascia più spazio a tutti, ma crea anche frammentazione. Per come la vediamo noi, la domotica diventerà davvero di massa e popolare solo quando i prezzi si abbatteranno e tutti i dispositivi inizieranno a lavorare in armonia tra loro: e il primo che raggiunge lo scopo, fa jackpot.

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