Tutti conoscono Sir Jonathan Ive, progettista britannico che dal 1997 al 2019 ha ricoperto il ruolo di Chief Design Officer di Apple. Il designer – la cui filosofia caratterizza praticamente tutti i dispositivi dell’azienda di Cupertino oggi in commercio, come iPhone – è sulla copertina del numero di novembre 2022 del WSJ. Magazine.
“Il successo è nemico della curiosità. Sono terrorizzato e disgustato quando le persone sono assolutamente prive di curiosità. È alla base di tante disfunzioni sociali e di conflitti”.
Jony Ive: mai così in sintonia come con Steve Jobs
Copertina vuole dire, ovviamente, anche intervista. E quella rilasciata da Jony Ive è ricca di particolari interessanti, con spunti sul passato (Apple, Steve Jobs), ma anche sul presente (LoveFrom) e sul futuro. Per quanto riguarda il suo approdo negli uffici del colosso californiano, Ive ha dichiarato:
“Volevo far parte di questa folle azienda californiana”, dice Ive, che detesta la parola Corporation. Preferisce “un gruppo di persone fortemente unite da uno scopo condiviso”, ed è quello che sperava di trovare in Apple. Invece, poco dopo il suo ingresso, l’azienda ha iniziato ad andare alla deriva. Il tablet Newton da lui progettato nel 1992 fu elogiato dalla critica ma largamente ignorato dai consumatori. Apple iniziò ad atrofizzarsi così tanto da diventare un obiettivo d’acquisizione. “Le lezioni più importanti non si sceglie mai di impararle, perché sono così dolore”, dice Ive. “La morte di un’azienda è un cosa terribile”.
Sul suo incontro con Steve Jobs dopo il ritorno di quest’ultimo nel 1997:
Ive, allora trentenne, pensava che Jobs avrebbe assunto un designer più rinomato per sostituirlo, ma al loro primo incontro accadde qualcosa di inaspettato. “Sono entrato in sintonia con Steve in un modo che non mi era mai capitato prima, e non mi è mai più capitato da allora”.
L’obiettivo di Ive, allora come oggi? È sempre lo stesso:
“Mi piace realizzare cose profondamente utili. Sono un artigiano molto pratico”.
Trovi l’intera intervista sul sito del The Wall Street Journal (per leggerla è necessario sottoscrivere un abbonamento).
Images ©WSJ