Nonostante la débâcle del Daily, la rivista progettata dalle fondamenta per la lettura su iPad che ha formalmente chiuso i battenti pochi giorni fa, la maggior parte degli editori statunitensi che pubblicano riviste o giornali possiede un’app per iPad.
La notizia proviene da un sondaggio condotto dalla Alliance for Audited Media (AAM), precedentemente conosciuta come Audit Bureau of Circulations), secondo cui l’87% degli editori USA nel settore quotidiani e magazine ha lanciato anche una qualche applicazione per iPad; se però tra i creatori di riviste c’è una chiara preferenza per le app native, sul versante dei quotidiani non c’è alcuna prevalenza tra Web app e app native. La differenza sta nel fatto che le prime sono create in HTML5, e quindi possono raggiungere un target più ambio su una base eterogenea di dispositivi, a scapito però delle prestazioni complessive; quelle native nascono e muoiono nella piattaforma per cui sono progettate, ma garantiscono una qualità e una velocità inavvicinabile dalla controparte.
Su Paid Content si legge:
Il sondaggio […] svela che il 90% degli editori ha una qualche presenza nel mobile, che siano tablet, smartphone o e-reader. E sebbene meno di un quarto (22%) dica che le loro app e smartphone sono redditizie, più della metà si aspetta che lo diventino entro i prossimi due anni. Il 63% degli editori ascoltati “concorda che i tablet rappresentino il canale digitale più importante delle future pubblicazioni.”
Il meccanismo remunerativo più diffuso, come facilmente immaginabile, è quello dei paywall, ovvero della barriera oltre la quale occorre tirar fuori il valsente per procedere nella lettura. Inesistente fino a pochi anni fa, il paywall rappresenta oggi l’elemento di sostentamento principale per il 48% del campione. Eppure, nonostante l’insindacabile esplosione del settore, siamo ancora ben lontani dalla rivoluzione vaticinata da Steve Jobs: tra gli intervistati, infatti, il 97% ha ammesso di voler continuare parallelamente a pubblicare su carta per almeno i prossimi cinque anni.
In ogni caso, sebbene iOS rappresenti la scelta obbligata per chiunque abbia intenzioni serie nell’editoria digitale, le società stanno sforzandosi di diversificare il più possibile. Ammontano infatti all’85% gli editori con app per iPhone, ma c’è nel 75% dei casi ce n’è una per Android; il 67% possiede un’app per Kindle (contro il 24% del 2011) e il 57% ha a catalogo anche l’omologa per Nook (rispetto al 14% del 2011). Entro il 2014, comunque, il 41% degli intervistati si aspetta che il mobile rappresenterà per lo meno il 10% del loro fatturato totale.