Quattro anni fa Apple introduceva l’App Store per il proprio iPhone, un sistema che si è rivelato un’interessante fonte di guadagno per migliaia di sviluppatori e una risorsa da 466 mila posti di lavoro, solo in USA.
Cult of Mac ne parla riportando la frase di Barack Obama a Steve Jobs, citata anche nel libro di Walter Isaacson, che in qualche modo rimproverò il CEO di Apple di impoverire gli USA portando oltreoceano la produzione industriale: «these jobs aren’t coming back», questi posti di lavoro non torneranno. E se anche Donald Trump si scomoda chiedendo a Tim Cook di costruire iPad e iPhone sul territorio statunitense, uno studio di TechNet dimostra come l’App Economy sia riuscita a creare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro.
Grazie allo sviluppo di applicazioni e un sistema ben congegnato che facilita le operazioni di acquisto da parte dell’utente finale come l’App Store di iOS le piccole società, le startup hanno potuto guadagnare ingenti somme che hanno subito reinvestito per crescere e migliorare. L’esempio che viene in mentre per primo è Rovio che grazie al videogame Angry Birds cresce ogni anno rafforzando il proprio brand ma anche i giganti come Electronic Arts e Zynga hanno trovato nuova vita vendendo i propri prodotti per dispositivi mobile.
L’App Economy non è solo Apple e App Store: lo studio comprende Android, BlackBerry, Windows Phone e Facebook e i nuovi posti di lavoro non interessano solo la figura professionale dello sviluppatore di software poiché sono richiesti anche graphic e interface designer, esperti di marketing, project manager e occorre citare anche figure che mai aspetteresti di trovare in una startup come un medico o un ricercatore nel caso di applicazioni destinate al settore sanitario.
Sarebbe interessante poter avere uno studio simile nel mercato Europeo, forse meno “elastico” di quello USA (mi riferisco soprattutto all’Italia) per poter misurare come l’App Economy abbia portato qualcosa o al contrario abbia sottratto menti, risorse e denaro. Tuttavia 466 mila posti di lavoro è una cifra impressionante e deve far riflettere come le figure professionali richieste stiano cambiando, in generale. Lo studio di TechNet è disponibile sul sito ufficiale in formato pdf.
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